gli incivili vanno educati, le rivoluzioni partono sempre da loro, se si fa gli snob non ne usciamo più.
C'è tutto un discorso da fare su questo ma mo nun teng genio 
Nessuno ha mai avuto la pretesa di educare o istruire le masse, sia perchè controproducente, sia perchè dispendioso, soprattutto in termini di tempo.
Il popolino è sempre stato protaginsita del fatto compiuto.
Non è snobbismo, io e te siamo impotenti quanto il contadino scordato dal padreterno quando partecipiamo a un concorso pubblico e bene o male concordi pure nel delineare una comune sfera di libertà personali.
Il problema è l'"influenzabilità " dell'elettorato. Io penso che il progresso culturale vada di pari passo con il regresso dell'individualismo e della comunicazione. Pure la scelta nel voto diventa un fatto di consumo pilotato dalla "pubblicità " e da notabilato e corruzione da due soldi.
Tornando al discorso di CodiceFiscale, io credo che il diritto al voto sia nobilitante. Ma se lo inquadriamo in termini di "utilità ", anche in rapporto tra gente cosciente e non, tra gente istruita e non, interessata e non, diventa niente in un sistema come il nostro. Per cui io capisco lo sfogo di Stefano.
Io francamente, come Philadelphia, me ne sbatto il cazzo dell'Italia. Ma, nel momento in cui ci vivo e me ne interesso, ho delle pretese, e per adesso posso impugnarle solo esercitando diritti.