Ho trovato su internet questo capolavoro
Gli autori che Nabokov detesta
Ecco una selezione, in ordine alfabetico.
Balzac. Un “mediocre”.
Brecht. Una “nullità”.
Camus. Lo scrittore del Mito di Sisifo è “effimero” e “montato”.
Céline. Autore “di second’ordine”: scrittura apparentemente tesa, in realtà approssimativa.
Conrad. L’autore di Cuore di tenebra è di mentalità e sentimenti “puerili”. Lo considera sostanzialmente un autore per ragazzi.
Dostoevskij. Nabokov lo detesta secondo ogni aspetto: tecnico, artistico e perfino “morale”. Ridimensionare Dostoevskij per lui è una missione. Irriderlo, anche: vedi il romanzo “Disperazione” . Gli concede “lampi di eccellente umorismo” e poco altro: per il resto, è un poveretto, un sentimentale che scrive di fretta. E poiché Nabokov, secondo Nabokov, è infallibile, chi apprezza Dostoevskij non conosce la differenza fra buona e cattiva letteratura.
Faulkner. Altra “nullità”. Considerare i suoi libri capolavori è una “assurda allucinazione”.
Freud. Lo disprezza. In una lettera alla moglie lo definisce “un ciarlatano”. Trova le sue conclusioni “rozze” e “medievali”. Ciò non significa che Nabokov sia disinteressato ai sogni. Al contrario, affascinato dalle teorie sul tempo, e sul sogno premonitore, dell’aviatore e scrittore irlandese John William Dunne, compila a metà anni ’60 un “diario notturno”: trascrive ogni mattina i ricordi dei sogni, e si impegna a ricercare connessioni con essi durante la veglia. Sogna anche una sfida con Pelé.
Hemingway. Anche se ammira Il vecchio e il mare e poco altro, lo considera un autore per ragazzi, un poco migliore di Conrad. Di certo, sostiene, non ha scritto nulla che avrebbe desiderato scrivere lui. Si capisce che per Nabokov ogni “collega” è anzitutto un rivale.
Henry James. Elettrizzante qui e là, ma certamente “non un genio”.
Thomas Mann. Un altro dei grandi scrittori del Novecento che Nabokov non sopporta. Lo definisce pošlost: un termine radicato nella cultura russa dell’800 quasi intraducibile, che significa più o meno kitsch, volgare e pseudo-attraente. La morte a Venezia sarebbe un libro “stupido”.
Karl Marx. Ovviamente lo detesta.
Pirandello. Non gliene potrebbe importare di meno.
Platone. Non lo “appassiona particolarmente” (sic).
Ezra Pound. Un “impostore”.
Sartre. Gli piace ancor meno di Camus.
Non c'è molto ca commentare, visto che alla maggior arte degli autori che critica può solo succhiargli le palle.