Assolutamente, io non entro nel merito del libro, quanto quello della libertà di Godanico di esprimere un concetto forte. Però voglio sapere perché.
Il problema è che da un signor Nessuno come me non accettano un giudizio complessivo negativo, figuriamoci un giudizio nel merito.
Dal punto di vista stilistico, lo trovo piatto e brulicante di schemi già triti e ritriti. Il linguaggio non compie giravolte e non mi folgora. La lunghezza mi è parsa decisamente eccessiva: l'opera, che per quanto mi riguarda è un giallo non originalissimo con accenni psicologici non molto ben tratteggiati, poteva svilupparsi senza nessuna perdita in un terzo della pagine.
Un classico, solitamente, mi trasmette un'ampiezza, un'intensità, un colore che va oltre il contesto dell'opera stessa, una sensazione di immortalità della Parola. Leggendo
Delitto e castigo non mi è capitato nulla del genere.