Questa l'intervista del giornalista Guglielmo Buccheri (La Stampa ndr) all'ex guardalinee Coppola:
Inter-Venezia 2-1, 16 settembre 2001. Rosetti arbitro, lei uno dei due assistenti: cosa accade?
«L’ho detto in aula nel processo di Napoli e lo ripeto ora. Viene cacciato Cordoba dell’Inter per un cazzotto a Bettarini. Pugno che, nel referto, sarebbe dovuta diventare un semplice gesto per divincolarsi...».
Ma se lei aveva visto un pugno perchè doveva diventare un’altra cosa?
«Perchè funzionava così. Qualcuno chiamava, i designatori dell’epoca (Bergamo e Pairetto, ndr) erano sensibili a pressioni e il gioco era fatto. Dopo la partita entrò negli spogliatoi Facchetti e ci disse che avevamo sbagliato nel non dare un rigore che c’era all’Inter e nell’espellere Cordoba: se avessi alleggerito il mio referto, il difensore non avrebbe preso due giornate, ma io non cambiai una virgola e non ho più fatto l’assistente in A».
Lei raccontò tutto prima in Figc, poi, scoppiata Calciopoli, ai carabinieri.
«Quando incontrai i carabinieri rimasi sorpreso dal loro atteggiamento: sembrava che l’argomento non gli interessasse forse perché quello che stavo raccontando non andava nella direzione da loro intrapresa. Furono molto sbrigativi dicendo che sull’Inter non avevano intercettazioni».
Oggi, ci sono.
«Non sono sorpreso. Ora si parla dell’Inter, ma lo facevano tutti».
Perché ha parlato solo lei?
«Perché io ho smesso di fare il guardalinee».
Facchetti, scomparso nel 2006, giovedì 25 novembre 2004 riceve la telefonata dal designatore dei guardalinee. Il sorteggio si terrà il venerdì alle 11. Gli arbitri non si possono sapere. I collaboratori di linea non si dovrebbero conoscere, fantascientifico chiederli.
Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh, sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...(il riferimento è a Pierluigi Collina, che in quei giorni era una richiesta pressante soprattutto di Roberto Mancini n.d.r)».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono...».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità , qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
I collaboratori di linea scelti per l’incontro Inter-Juve, del 28 novembre del 2004, furono i protagonisti della telefonata: Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato invece fu Rodomonti perché Pierluigi Collina andò a dirigere Chievo-Milan per la gioia, ovviamente, dell’amico rossonero Meani.
A tal proposito lascia basiti la telefonata che Collina fa al dirigente rossonero Meani nel febbraio 2005, commentando la designazione di due guardalinee (evidentemente «suggeriti» ai designatori) per una partita del Milan.
Collina: «Beh vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti».
Meani: «Hai visto?».
Collina: «Ma vai a cagare te e tutti quanti. Che roba, ma va a cagare và ».
Meani: Â«àˆ bastato tirargli le orecchie come quelle dell’asino. Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...».
Collina: «Non penserai mica di poter fare una cosa del genere».
Meani: «No, ci sentiamo magari per parlare “ciao come staiâ€, così. Non parlerò mai di arbitri. Al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato».
Collina ridendo: «Ho aperto il computer, ho visto la coppia e dico “non ci posso credereâ€. Da morire dal ridere».
Meani: «Telefonagli a Brontolo, gli dici “Dio bono, non hai schifoâ€, digli..». E ancora: «Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il famoso veto, perché Galliani si è incazzato con Pisacreta, l’unico che mi ha telefonato per dirmi che (Pisacreta; ndr) è un bravo guardalinee e una bella persona, per garantirmi, per dirmi di non fare queste cose, è stato lui. Un altro conoscendo il vostro mondo avrebbe detto lascialo là ...».
Collina: «..che ne fa di meno».
Meani: «Bravo, bravo».