« Quelli che leggono i libri vanno da quelli che non leggono i libri, i poveracci, e gli dicono: Qui ci vuole un cambiamento! e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono dietro un tavolo e parlano, parlano e mangiano, parlano e mangiano; e intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione! Per favore, non parlarmi più di rivoluzioni! »capolavoro di Sergio Leone che, secondo me, fa un film che è molto più di un western, uno dei primi film di genere ad uscire dalla catalogazione e che piace, deve piacere, anche a chi i cowboy di solito fanno cacare. I temi sono quelli della rivoluzione e dell'amicizia, universali oggi come negli anni '70: un povero diavolo di bandito che diventa, in principio suo malgrado, alla fine con matura consapevolezza, un eroe rivoluzionario; grazie all'incontro con un rivoluzionario irlandese dell'IRA scafato, idealista e pronto a tutto. Bravissimi i due protagonisti Coburn e Steiger, la regia è, ovviamente, virtuosa, la colonna sonora di Morricone penso che la conoscano anche i sassi (
Sean Sean) :P
una curiosità è che si doveva chiamare "Giù la testa, coglione", come in una battuta del film, ma poi la censura....
bart, scaricatelo subitoo

voto: altissimo, uno dei miei film preferiti.

la sinossi nello spoiler, da wikipedia:
SpoilerIl film inizia con una frase di Mao Tse Tung: La Rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La Rivoluzione è un atto di violenza.
Juan Miranda (Rod Steiger), un peone messicano e i suoi figli sono in viaggio su di una diligenza che hanno appena assaltato quando si fermano a causa di una grande esplosione nella strada di fronte a loro. Dai fumi e dalle polveri, esce uno strano motociclista: John Mallory (James Coburn) esperto dinamitardo, rivoluzionario e futuro “socio†di Miranda. Miranda vede subito in lui e nelle sue capacità con gli esplosivi, il mezzo perfetto per arrivare nei caveau della Banca di Mesa Verde, suo sogno da bambino (come dimostra il santino che nota nella diligenza John). Juan gli propone di lavorare insieme per colpire la banca, ma John rifiuta, dicendo che è venuto a lavorare per Aschenbach, il proprietario di una miniera nelle vicinanze. Per convincere John a venire con lui, Juan fa in modo di uccidere Aschenbach e un capitano immischiato in un losco giro con lui. John lo illude di partecipare, ma alla prima occasione scappa. Juan e i suoi figli si recano a Mesa Verde. Sul treno incontrano un personaggio che verrà mostrato ufficialmente solo più avanti: il dottor Villega (Romolo Valli) il capo della piccola banda di rivoluzionari di Mesa Verde. Arrivato al paese Juan, senza darne molta importanza, osserva i primi segni del profondo cambiamento che il paese ha subito: la banca fuori non risplende d’oro e da ogni parte ci sono piccoli manipoli di soldati che marciano o fucilano i rivoluzionari; ovunque i manifesti del governatore Jaime: “El Sr. Gobernador ama al pueblo. El pueblo ama al Sr. Gobernador†(Il sig. Governatore ama il popolo. Il popolo ama il sig. Governatore). Al bar di fronte alla banca incontra John, che lo aspettava. Egli porta Juan nel ritrovo dei rivoluzionari dove Villega spiega agli uomini qual è l’obiettivo della prossima missione: attaccare diversi posti del paese, per permettere a Pancho Villa e Emiliano Zapata di fare il loro attacco. John sceglie di occuparsi della banca e vuole Juan come aiutante. Juan entusiasta, partecipa attivamente scoprendo, però, che la banca non è più quello che si aspettava, essendo essa divenuta una prigione temporanea piena di contadini e peones.
« Quella non è una banca! àˆ una caserma con un esercito di morti di fame! »
(Juan Miranda)
Dopo essere diventato un eroe ed essere stato acclamato dalla folla, Juan si sposta con tutti i rivoluzionari in un campo lontano dalla città dove si stanno per preparare all’attacco al ponte, passaggio utile per le truppe del dittatore Huerta. Li avverrà un’importante discussione fra John Mallory e Juan Miranda sulle rivoluzioni. Nonostante l’ordine fosse di ritirarsi alle grotte, John decide di accamparsi vicino al ponte per tentare di infliggere una sconfitta al colonnello Gunterreza (Antoine Saint-John). Con lui rimane solo Juan. Tornati alle grotte scoprono che tutti i loro compagni sono morti in un’imboscata e Juan, vedendo i cadaveri dei suoi figli, decide di andare incontro ai soldati che lo cattureranno. Dopo aver salvato Juan e scoperto che Villega aveva tradito (dopo i pestaggi) alcuni suoi compagni, John si rifugia con Miranda in un vagone di bestiame in un treno per l’America. Dopo alcuni scontri armati nella stazione, nel loro vagone entra anche il governatore Jaime (Franco Graziosi). Juan per vendetta lo uccide e uscendo dal treno viene trascinato di nuovo dalla folla. Nel treno, ora in mano ai rivoluzionari Juan e John incontrano alcuni capi e Villega. Con loro pensano a come distruggere il treno di 1000 soldati e con Guarreza che sta venendo loro incontro. John e Villega si offrono di preparare la locomotiva allo scontro e all’imminente salto per salvarsi la vita dell’impatto, Villega si pente di aver tradito e rimane sul treno. Mentre John torna verso i suoi compagni viene colpito dal colonnello Gunterreza, il quale viene ucciso da Juan. Juan assiste alla morte del suo amico e dicendo la sua famosa battuta pone fine al film.
« E adesso, io? »