Sembra che noi non possiamo lamentarci dell'Italia, non ne abbiamo il diritto perché non abbiamo vissuto all'estero. La fallacità di questo discorso è molteplice, intanto perché estero è anche Brasile e Finlandia, due posti completamente diversi al cui confronto l'Italia ne esce in maniera diversa. Per questo io spingo, invano, a non considerare l'Italia rispetto all'estero, ma l'Italia in quanto Italia. Questo perché non ho vissuto un periodo considerevolmente lungo all'estero per poter fare un paragone, ma soprattutto perché se anche l'avessi fatto, sarebbe pretestuoso considerare quell'esperienza particolare come caso generale. E allora io parlo di Italia in senso assoluto, senza fare paragoni, l'estero non è stato messo in mezzo da me.
L'Italia ha tanti pregi. La cultura che abbiamo qua se la sognano ovunque. Nondimeno la storia d'Italia per la gran parte della storia ha conciso con la storia. L'egemonia culturale, sia artistica che scientifica, si è protratta dagli albori dell'impero romano fino alla fine del medioevo. Si potrebbe prendere Galileo come simbolo della fine, perché nel momento in cui lui muore nasce Newton, e la cultura si sposta al nord. E allora Inghilterra, Olanda, Germania, poi con calma si accoda anche la Francia, poi i nascenti Stati Uniti, e infine anche la Russia e un poco la Spagna si prendono il loro spazio, e anche noi, come una nazione normale.
Partiamo dunque da un grande patrimonio artistico-culturale che, sebbene sia solo nel passato, accentra nella nostra nazione una grande fetta della cultura dell'umanità , e io ne vado fiero.
E probabilmente questo patrimonio è ciò che permette la nascita di aziende come la Ferrari, che è un'eccellenza assoluta. Giusto per fare un esempio delle cose buone che comunque nascono nel nostro paese. E non voglio citare il patrimonio folkloristico-culinario, che a causa delle nostre dominazioni varie è estremamente ricco, tant'è che ogni regione ha il suo patrimonio confrontabile a quello di qualsiasi altro stato del mondo e solo per semplicità di notazione i parla di Italia.
Detto questo, è innegabile che l'Italia ha dei seri problemi. Senza fermarmi su uno specifico, perché davvero non saprei dove iniziare, si può parlare genericamente di illegalità diffusa ed inciviltà . L'illegalità in Italia non è un'eccezione ma una pratica radicata, tant'è che non ci si stupisce più quando esce fuori tale o tal'altro scandalo, perché tutti noi la abbiamo vissuta sulle nostre spalle. Pensiamo ai raccomandati, ad esempio. Giusto per parlare di qualcosa di concreto, qualcosa che abbiamo potuto toccare con mano. Io posso portare l'esempio più recente della mia ragazza che per il servizio civile ha preso il primo posto utile, perché su quattro ammessi gli altri tre sono figli di qualcuno. Ora, qualcuno potrebbe obiettare che non posso sapere se all'estero è così o meno, ma ripeto, a me dell'estero, in questo discorso, non me ne può fregare di meno, so solo che così è sbagliato.
Al di là dell'illegalità diffusa, ciò che detesto è l'inciviltà , la totale mancanza di rispetto per colui che è l'altro. E anche qua mi sembra di parlare di un comportamento radicato nella nostra società , fatto di tante piccole cose, come non mettere la freccia, produrre troppi decibel anche a tarda notte, saltare la fila, fumare dove ne è fatto divieto, non curarsi della cosa pubblica... Insomma, l'italiano medio se ne frega di qualsiasi regola, credo sia sotto gli occhi di tutti, non è un luogo comune ma la triste verità .
Poi, stendiamo un velo pietoso sui servizi, dai trasporti alle comunicazioni, e non parliamo neanche di coloro che sarebbero supposti essere i garanti della legalità , e si noti che manco ho citato le piaghe della malavita organizzata in maniera diretta... Né ho voluto tirare nuovamente in ballo Berlusconi, la libertà di stampa, la decadenza morale delle istituzioni...
Però sono io che mi faccio i film mentali, l'Italia è un paradiso, e io sono un ingrato.