Luis Buà±uel è il padre del surrealismo nel cinema. Lui che faceva comunella con Dalì per prendere in giro Garcia Lorca per la sua omosessualità , e che con il pittore condivide anche la firma sulle due opere più importanti del surrealismo cinematografico, ovvero "Un Chien Andalou" (1929) "L'Age d'Or" (1930), all'età di 72 anni, nel 1972 (erano facili i calcoli per chi nasceva nel 1900), gira questo film.
Un gruppo di borghesi si ritrovano a mangiare a casa di amici. Inizia tutto così, eppure il cibo non sarà mai consumato. Ogni qualvolta questi signori provano a mangiare qualche imprevisto impedisce che ciò avvenga. I modi, la passione per le formalità , quasi rituali, dei borghesi vengono ridicolizzate con arguzia, fino a che il film non viene inghiottito completamente dalla vena surrealista e la realtà si perde nei sogni e nell'assurdo. E in tutto questo la borghesia cammina, ma non si sa dove sta andando, dove può arrivare. C'è pure il tempo di sghignazzare di militari e clero.
Questo film riprende in qualche modo il percorso de "L'Angelo Sterminatore". Anche se lì la borghesia è critica in maniera molto più aspra e diretta, persino violenta; e lì l'impedimento, nella fattispecie ad uscire da una stanza, è sovrannaturale e malefico. Nel "Fascino...", invece, la raffinatezza estetica prende il posto della crudeltà , nondimeno il regista riesce ad irridere la suddetta classe sociale. Fu una rivelazione per me, probabilmente il mio film preferito in assoluto.
Voto *****Vincitore del premio Oscar come migliore film straniero nel 1973. Stranamente...
