Se dobbiamo empatizzare con un calciatore, ergo milionario che non può minimamente essere paragonato ad un lavoratore 'classico', possiamo senz'altro tenere in considerazione il fatto che la sua carriera è fatta di momenti ed occasioni da cogliere e come poi quest'ultime diventino vitali per la riuscita di una carriera. Da quel punto di vista capisco perfettamente uno che gioca a Napoli e viene chiamato a Parigi in un club che abitualmente vince il campionato e compete per la Champions, ancor di più se per un 'no' del proprio datore di lavoro si vede negare una possibilità enorme come questa.
Non capisco però come si possa cambiare dalla sera alla mattina metodologia di lavoro, mettendosi a tuzzo, finendo ai margini del progetto che lo vedeva tra i protagonisti, auto condannandosi ad una dimensione addirittura inferiore a quella da cui intendeva scappare. L'Everton, intendiamoci signori, è una squadra che nel mondo nessuno si caga, peggio del Napoli, 'famosa' giusto perché è la seconda di Liverpool, un ridimensionamento non da poco per uno che s'avvia verso gli ultimi anni di carriera. Per esser ancor più chiari Callejon a fine carriera si è fatto quattro mesi aggratis, sto zingaro ha preferito mandare a puttane la carriera.
E questi eventi cosa denotano? Scarsa professionalità, ignoranza, presunzione. Gente così non è da Napoli e mai lo sarà.