Il problema è che la situazione attuale è figlia di un grosso equivoco: l'essersi sopravvalutati e l'aver sottovalutato gli altri.
Vizio che continua imperterrito anche stasera, con l'Inter che viene in casa nostra a tirare sette volte nello specchio in meno di mezz'ora e partono i vari "sul a Juve è megl e nuje però".
Ma voi avete capito che due calciatori come Lukaku e Lautaro non li vedremo più per anni, a queste latitudini?
È su questa patologica arroganza che è nato l'ancelottismo il cui primo errore, finanche precedente alle fallaci disposizioni tattiche e ai pigri metodi di allenamento e di gestione degli uomini, è stato proprio non comprendere chi fosse motore e chi carrozzeria della squadra dei record. E che, nostro malgrado, è stato acuito da rinforzi che hanno rappresentato nient'altro che vernice per un automobile senza propulsione.
Poi viene tutto il resto, nella spirale negativa che ci ha condotti fin qui, a una proiezione sub 50 punti a fine stagione.
Questa squadra difetta nell'asse centrale: difensore di prima costruzione, play, punta. L'unico di ruolo presente in rosa è Milik, è un medioman che per metterne dentro una deve sbagliarne cinque. Poi gente innamorata del pallone ma senza cattiveria, giovani a cui deve anche essere concesso sbagliare, medioman e altri semplicemente a fine corsa.
Io vi chiedo in ginocchio di smetterla con questa retorica e riprendere quella più consona a questa piazza e a quella di questo gruppo di uomini: parlo del sacrificio e della consapevolezza che è solo attraverso il lavoro e il collettivo che puoi colmare i gap non con la Juventus ma con la parte alta della serie A, filosofia che ci ha portato a diventare grandi.
E un rinnovamento coscienzioso e serio dovrà arrivare dal mercato, prendendo coscienza come tifosi, però, anche della perdita del potere d'acquisto di questa società in seguito al movimento inflazionistico sui cartellini e sugli ingaggi in costanza di fatturato, elementi che rendono una nuova estate del 2013, quella che ha aperto il ciclo, semplicemente irrealizzabile nel breve e nel medio periodo.