Alla fine tutta questa storia è la prova provata che l'allenatore di "concetto", quello che predica un certo tipo di filosofia immutabile rispetto alle caratteristiche dei giocatori, ad alti livelli non emerge. A meno che non sei Pep Guardiola, e lo stesso Guardiola dopo il laboratorio perfetto di Barcellona, dov'è nato e cresciuto, ha vinto solo campionati con rose superiori alla concorrenza e campagne acquisti faraoniche: molto probabilmente, anzi sicuramente almeno per quanto riguarda la Germania, avrebbe avuto vita facile pure un mister che gestisse il gruppo e mettesse semplicemente la gente in condizione di fare ciò che sa fare, null'altro.
E quest'anno c'è probabilità che farà pugnette.
Praticamente esclusi Sacchi e Guardiola, che hanno vinto in Europa in condizioni particolari, a memoria (magari sbaglio) l'unico allenatore integralista a vincere un trofeo continentale è stato Nevio Scala con il Parma 25 anni fa. Questo la dice lunga.
E la dice lunga pure sull'incapacità di gestione di Sarri del gruppo e di come a Napoli avesse trovato l'America. Piazza che non pretende la vittoria, società idem ma soprattutto un gruppo di calciatori di poca personalità e che non avevano mai vinto, gente forte ma non fortissima che si è messa in mano a lui ciecamente, da veri soldati, e hanno fatto quadrato. Cose che calciatori che stanno nel gotha europeo e hanno assaggiato coppe e campionati non sono disposti a fare, per questo allenare un top club e un club di alto livello sono due sport completamente differenti.
Senza contare che la Premier fa storia a sé, andare a fare il professore in una squadra che ha cacciato Benitez, Mourinho, Ancelotti e Conte con i trofei in bacheca non mi pare una grande idea.
Se poi Sarri pensava di poter trattare Fabregas e Giroud come Gabbiadini e Maggio, Hazard come Insigne e pensava altresì che mettere alla porta e ai margini gente che ha vinto tutto per i suoi fedelissimi non portasse a scossoni interni, sta bruciato con il cervello.
Poi possiamo pure inventarci che Willian vale Younes e Pedro farebbe panchina a Ciciretti, ci mancherebbe.
Per ultimo, devo dire che sono contentissimo che insieme a lui sia andata via anche l'ipocrisia dell'allenatore che allena e basta, che non guarda al mercato.
Uno che va via da Napoli per il mercato dicendo che avremmo perso (tra le righe) mezza squadra con le clausole, che parlava solo di impossibilità di sostituire Higuain, di fatturato e poi lui stesso ha confermato di aver fatto una lista con l'argentino come priorità, facendosi comprare il maiale e Jorginho, i calciatori più sarristi che esistono.
Però poi fa la dichiarazione paracula che non è lui a occuparsi di queste cose, lui allena, ha solo il campo in testa.
Alla fine i difetti suoi e del Napoli si facevano scopa a vicenda.
La sua incapacità di gestire un gruppo di calciatori affermati era compensata dall'incapacità di questa società di acquistarne e dalla rosa qualitativamente corta che gli ha proposto (e che Ancelotti ora sta dimostrando fosse realmente tale).
La sua incapacità di variare il mantra tattico (che non significa il modulino in quanto tale, ma i concetti direi filosofici alla base del suo fare pallone) e leggere l'avversario era compensata dall'incapacità di questo gruppo di giocatori di tirare fuori gli attributi, rifugiandosi nella coperta di Linus del gioco.
Eravamo due amanti perfetti.
Ma, nonostante tutto, credo (e questa stagione potrebbe confermarlo) che sarà decisamente più capace di andare avanti il Napoli senza di lui che lui senza il Napoli.
Per fare ciò che ha fatto qui servono vari fattori di cui abbiamo lungamente discusso che sono lontani dall'essere banali.
Lo riterrò sempre un tecnico enorme per ciò che ha fatto qui a Napoli.
Dal punto di vista umano, invece, è meglio che non parlo.
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