Purtroppo lo mercificazione della carne è ed è stato un problema anche dei regimi comunisti.
Nell'unione sovietica gli obiettivi di produzione erano determinati dai piani statali dell'economia, che producevano allo stesso modo inefficienza, disparità e sfruttamento.
La retribuzione a risultato esisteva anche nei regimi comunisti, in forme, se possibile, ancora più mortificanti di oggi.
Non è che in regimi comunisti i lavoratori sono tipo i tre porcellini che si fanno la casa in mattoni o i sette nani che faticano fischiettando.
Poi la collettivizzazione, la negazione della proprietà privata sui mezzi di produzione, l'obiettivo di aumentare la ricchiezza sociale ad ogni costo, ok, sono concetti miei, che io sosterrei anche a costo di abbassare drasticamente il tenore di vita della classi medie e di ridurre a zero gli incentivi della libera iniziativa economica,
però, sta di fatto, che pur raggiungendo simili obiettivi, la macchina statale è sempre stata, resta e resterà afflitta dal morbo dei potentati e dalla corruzione,
perché purtroppo i regimi comunisti non hanno mai superato la fase del giogo burocratico, che di fatto è/è stata una oligarchia ben distante dalla guida illuminata che si augurava suker.
Purtroppo io credo che allo stato attuale ci si possa augurare e si possa percorrere solo la strada del socialismo tascabile di Bruce Colotti, ridotto a piccole comunità o settori economici.
Purtroppo l'uomo è una bestia competitiva, facilmente corruttibile e per tutti quanti cummannà è sempre stato meglio e fottere, come si suol dire. Penso che sia qualcosa di connaturato e ineliminabile.