Dopo il derby si torna a parlare della vendita del Genoa
Il quadro è apocalittico: un derby perso con l’encefalogramma della squadra piatto per oltre un’ora, sei sconfitte consecutive (cinque di campionato ed una di Coppa Italia), una situazione di classifica ad alto rischio (la partenza per Bergamo sarà anticipata di un giorno), presidente e allenatore contestati dai tifosi, il gioiello Perotti sul mercato per fare cassa ed il baby Mandragora già sacrificato sull’altra del bilancio. Ma Preziosi a fare un passo indietro non pensa minimamente. All’offerta di Calabrò non ha risposto e a questo punto l’imprenditore calabrese ha deciso di uscire allo scoperto, dopo essersi imposto la riservatezza assoluta per tutta la durata della trattativa. Delega Francesco Iannò, che era un affermato neuropsichiatra prima di accettare di diventare il direttore generale della Calfin International, a spiegare nei dettagli la portata della sua offerta. E nell’entourage di Calabrò si fa autocritica ammettendo di non aver curato sufficientemente la comunicazione in modo da evitare che venisse presentata una realtà distorta: «Fornire notizie certe attraverso una fonte primaria lo riteniamo necessario e utile. È un servizio alla collettività ».
«E allora – dice Iannò – occorre partire con un preambolo. Il Gruppo Calfin è un operatore di mercato internazionale che agisce in ambito finanziario e industriale ma sempre nell’assoluto rispetto delle regole. Il nostro lavoro è fare finanza ed è in quest’ottica che si è valutato un intervento nella “galassia Preziosi”. Dunque non un interesse monotematico riferito al Genoa Calcio, tanto che nella nostra prima lettera di intenti l’offerta riguardava anche la Giochi Preziosi. Successivamente però, proprio su richiesta di Preziosi, abbiamo aggiunto anche altri assest. Questo non ha complicato la trattativa, ma l’ha sicuramente ampliata. Diciamo che è come un grande puzzle nel quale il Genoa è al centro. Però ogni pezzo non è disgiungibile dall’altro ».
Ai tifosi, però, interessa unicamente il destino del Genoa…
«E noi conosciamo perfettamente quanto valga e che straordinarie potenzialità abbia una società con la storia del Genoa ed un pubblico così straordinario. Nella nostra offerta erano indicati interventi, a cominciare da quelli sullo stadio, per cercare di sfruttare al meglio un brand di primaria importanza come quello del Genoa».
Veniamo all’entità dell’offerta…
«La soluzione per riportare il Genoa in sicurezza e consentirgli così di tornare ad operare in tranquillità sul mercato era stata individuata in un aumento di capitale che consentisse l’azzeramento dei debiti. Era un’offerta vincolante che scadeva lo scorso 31 dicembre e alla quale non abbiamo ancora avuto risposta».
Il presidente Preziosi in una recente intervista ha dichiarato che i debiti ammontano a 40 milioni, questa cifra risulta anche a voi?
«Non esattamente, però è pronto un piano per un risanamento che nel contempo garantisca al Genoa le prospettive ed il futuro che meritano».
In questo piano il presidente Preziosi che ruolo avrebbe?
«Noi non siamo squali, non vogliamo far fuori nessuno. Però è finita l’epoca dei mecenati, occorre anche nel calcio seguire un piano industriale e attenersi strettamente alle regole. Preziosi è un istintivo, un artista. Ecco, dovrebbe riuscire a tenere a freno la sua grande creatività. Le scelte che determineranno la politica del club dovranno essere condivise e non gestite personalmente con adrenalina».
Dunque Preziosi resterebbe?
«Il nostro gruppo ingloba le esperienze precedenti non le ripudia. Rifacendomi alla mia precedente professione porto l’esempio del cervello dell’homo sapiens che si è involuto inglobando e non scartando quello dei primi esseri unicellulari, dei rettili e degli anfibi. È importante, però, che Preziosi capisca questa fase di evoluzione ».
Calabrò tiene davvero molto al Genoa…
«Ha operato soprattutto all’estero, ora vuole fare un investimento nazionale e che sia di grande impatto».
Vi siete domandati perché non abbia anche riposto alla vostra offerta?
«Possiamo fare soltanto delle deduzioni, per esempio che abbia ricevuto un’offerta migliore. Ma ne dubitiamo fortemente».
E allora come finirà?
«Che Preziosi e Calabrò nei prossimi giorni si sentiranno…».