Autore Topic: Un napoletano a Philly  (Letto 103715 volte)  Share 

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Offline cicciograna

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #740 il: 25 Settembre, 2015, 06:35:10 am »
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Un napoletano a Philly
« Risposta #741 il: 25 Settembre, 2015, 07:01:24 am »
Bello il titolo, Ciccio di fatica..  :asd:

Hai visto (o, meglio, sentito...) che gli acufeni hanno un significato preciso? A me è successo come a Burkhardt (o come si scrive).

Comunque il problema è bello, l'obbligo di usare Newton lo rende molto insidioso, se ho tempo sto fine settimana lo provo, non tanto per farlo, mi sa che non ce la farò, quanto per vedere fino a che punto è difficile.... :asd:
moriremo tutti....ricordalo
È un dolore enorme.
É chiaro che il suo obiettivo é quello: lo scudetto, poi la Champions, dopodiché avrà sei milioni di persone ai suoi piedi pronte a tutto per lui e disposte a innalzarlo come dittatore illuminato con un colpo di stato.

Offline cicciograna

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #742 il: 25 Settembre, 2015, 07:14:54 am »
Bello il titolo, Ciccio di fatica..  :asd:
Mi pregio nell'attenzione ai dettagli :asd:

Hai visto (o, meglio, sentito...) che gli acufeni hanno un significato preciso? A me è successo come a Burkhardt (o come si scrive).
Ma qua acufene, ccà song' semplicement' 'nu viecch' 'emmerd! :gigi:

Comunque il problema è bello, l'obbligo di usare Newton lo rende molto insidioso, se ho tempo sto fine settimana lo provo, non tanto per farlo, mi sa che non ce la farò, quanto per vedere fino a che punto è difficile.... :asd:
Sì, il problema di per sè è sfizioso, sicuramente molto più interessante del doppio pendolo da risolvere con il principio di D'Alembert; però la rimozione delle reazioni vincolari è veramente una mazzata micidiale. In bocca al lupo, se vuoi mò che il professore posta le soluzioni te la passo, anche solo per la curiosità di vedere che cosa usciva fuori :ok:

Intanto mommò è crashato un run, il che significa che devo restare su almeno un'altra mezz'ora per raccogliere un numero sufficiente di eventi da far riempire gli istogrammi da copiare nel log. Che due palle, me ne volevo andare a coccare.
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Offline TOTORE-RASTAMAN

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #743 il: 25 Settembre, 2015, 09:38:49 am »
Due cose sul tuo lavoro extra da fravecatore che dovreste fare presente al tuo boss:
1 non credo siate assicurati
2 anche se fosse assicurati l'assicurazione vi farebbe una risata in faccia perché non usate materiale antinfortunistico
3 sarebbe quantomeno "umano" preavvisare quando dovete fare il lavoraccio così che vi possiate portare dei panni di fatica
4 io di uno schermo per le radiazioni costruito da un gruppetto di nerd che non hanno alcuna esperienza nell'edilizia non mi fiderei più di tanto
5 non so negli US ma qui sarebbe un abuso edilizio
6 un operaio specializzato in questo tipo di costruzioni credo sia pagato molto di più di un dottorando.
Ovviamente se glie le fate presente tutti insieme è una rivendicazione sindacale mentre, se lo affronti da solo, diventi lo scassacazzo scansafatiche italiano che è pure commmmunista.... :asd:

Offline CharMeg

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Un napoletano a Philly
« Risposta #744 il: 25 Settembre, 2015, 14:53:51 pm »
Totore mo si è riscaldato nel topic del papa a Cuba e ti ha elargito una serie impressionante di saggissimi consigli.
Li terrei tutti in considerazione, anche se per parlare in questi termini a Madoff devi avere molto tatto... :asd:

Mi raccomando, postami la soluzione, io cerco di iniziare a fare qualcosa oggi pomeriggio... :sbav:
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #745 il: 25 Settembre, 2015, 15:37:54 pm »
Totore, ti ringrazio per i suggerimenti, mò li affronto uno ad uno.

Due cose sul tuo lavoro extra da fravecatore che dovreste fare presente al tuo boss:
1 non credo siate assicurati
In realtà lo siamo. La nostra assicurazione sanitaria copre praticamente tutti i possibili infortuni che possano verificarsi sul posto di lavoro.

2 anche se fosse assicurati l'assicurazione vi farebbe una risata in faccia perché non usate materiale antinfortunistico
Lo usiamo. Usiamo guanti protettivi e stivali dalla punta d'acciaio (per altro il mio paio è stato acquistato da Martoff stesso); caschetti non ne servono, perchè non c'è nulla che possa cadere, e quando dovevamo tagliare il polietilene con la sega circolare usavamo gli occhiali protettivi. Qui sono ESTREMAMENTE coscienti su questo tipo di problematica.

3 sarebbe quantomeno "umano" preavvisare quando dovete fare il lavoraccio così che vi possiate portare dei panni di fatica
Questo è verissimo: purtroppo ieri è stata una saetta a ciel sereno, nemmeno James si aspettava di dover fravecare.
Da questo punto di vista c'è poco da fare, la comanda Martoff e (vedi ultimo punto).

4 io di uno schermo per le radiazioni costruito da un gruppetto di nerd che non hanno alcuna esperienza nell'edilizia non mi fiderei più di tanto
Premesso che non stiamo parlando di nerd, ma di un professore di caratura internazionale che lavora alle macchine da oltre 25 anni, mi pare che qui ci sia un attimo un fraintendimento: lo schermo non è per la nostra sicurezza, non serve a proteggere chi sta fuori dal materiale radioattivo messo dentro: in quel caso sì, sarei stato d'accordo anche io, mi sarei rifiutato categoricamente. Quel che stiamo costruendo serve a proteggere quel che c'è dentro (il rivelatore) dalla normale radioattività ambientale, quella da cui siamo regolarmente investiti ogni istante, ossia i raggi cosmici (dai quali ci si protegge anche andando in profondità - ecco perchè siamo nello scantinato), neutroni di bassa energia derivanti dai normali decadimenti radioattivi delle impurità presenti normalmente nella materia normale, particelle alfa parimenti derivanti in abbondanza da qualunque materiale non radiopulito e via dicendo. E' roba che caca il cazzo, quando devi fare misure di precisione: il piombo, ad esempio, è radiopulito (ed infatti è costato parecchio di più di quanto costerebbe del piombo normale, e quando non si trovavano quattro pallet contenenti i lingotti, la prima cosa che ha detto Martoff è stata "Se l'hann futtut'..."). Nello specifico, per schermare dai neutroni provenienti dalla parte inferiore della stanza, uno strato di blocchi di cemento (che funge anche da supporto) è più che sufficiente.

5 non so negli US ma qui sarebbe un abuso edilizio
Siamo su suolo che appartiene all'Università, al lavoro alle dipendenze di una persona pagata dall'Università, per un progetto finanziato dall'Università; oltretutto è stata fatta esplicita richiesta al Dipartimento, che a sua volta l'ha inoltrata in Amministrazione. Credo sia tutto in regola, da questo punto di vista.

6 un operaio specializzato in questo tipo di costruzioni credo sia pagato molto di più di un dottorando.
Vedi punto 4: concordo, se si trattasse di un problema di protezione dei cristiani che lavorano, sarei perfettamente d'accordo. Siccome il lavoro è molto meno specializzato, vanno bene anche i dottorandi: certo, fossi io un docente lo affiderei a qualche undergraduate con il fisico da quarterback di qualche squadra di football, ma pare che a Fisica questi soggetti scarseggino.

Ovviamente se glie le fate presente tutti insieme è una rivendicazione sindacale mentre, se lo affronti da solo, diventi lo scassacazzo scansafatiche italiano che è pure commmmunista.... :asd:
E qui veniamo al punto cruciale. Purtroppo qui, come anche in Italia, come ovunque, i dottorandi sono trattati come schiavi al soldo del loro padrone: più e potente il professore, meno possono fiatare gli studenti, e Martoff è MOLTO potente. Purtroppo è così, siamo tutti assuefatti a questa cosa.

Mi raccomando, postami la soluzione, io cerco di iniziare a fare qualcosa oggi pomeriggio... :sbav:
Appena il professor Metz la carica sulla piattaforma online, te la passo.
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #746 il: 25 Settembre, 2015, 17:40:20 pm »
Totore, ti ringrazio per i suggerimenti, mò li affronto uno ad uno.
In realtà lo siamo. La nostra assicurazione sanitaria copre praticamente tutti i possibili infortuni che possano verificarsi sul posto di lavoro.
Lo usiamo. Usiamo guanti protettivi e stivali dalla punta d'acciaio (per altro il mio paio è stato acquistato da Martoff stesso); caschetti non ne servono, perchè non c'è nulla che possa cadere, e quando dovevamo tagliare il polietilene con la sega circolare usavamo gli occhiali protettivi. Qui sono ESTREMAMENTE coscienti su questo tipo di problematica.
Questo è verissimo: purtroppo ieri è stata una saetta a ciel sereno, nemmeno James si aspettava di dover fravecare.
Da questo punto di vista c'è poco da fare, la comanda Martoff e (vedi ultimo punto).
Premesso che non stiamo parlando di nerd, ma di un professore di caratura internazionale che lavora alle macchine da oltre 25 anni, mi pare che qui ci sia un attimo un fraintendimento: lo schermo non è per la nostra sicurezza, non serve a proteggere chi sta fuori dal materiale radioattivo messo dentro: in quel caso sì, sarei stato d'accordo anche io, mi sarei rifiutato categoricamente. Quel che stiamo costruendo serve a proteggere quel che c'è dentro (il rivelatore) dalla normale radioattività ambientale, quella da cui siamo regolarmente investiti ogni istante, ossia i raggi cosmici (dai quali ci si protegge anche andando in profondità - ecco perchè siamo nello scantinato), neutroni di bassa energia derivanti dai normali decadimenti radioattivi delle impurità presenti normalmente nella materia normale, particelle alfa parimenti derivanti in abbondanza da qualunque materiale non radiopulito e via dicendo. E' roba che caca il cazzo, quando devi fare misure di precisione: il piombo, ad esempio, è radiopulito (ed infatti è costato parecchio di più di quanto costerebbe del piombo normale, e quando non si trovavano quattro pallet contenenti i lingotti, la prima cosa che ha detto Martoff è stata "Se l'hann futtut'..."). Nello specifico, per schermare dai neutroni provenienti dalla parte inferiore della stanza, uno strato di blocchi di cemento (che funge anche da supporto) è più che sufficiente.
Siamo su suolo che appartiene all'Università, al lavoro alle dipendenze di una persona pagata dall'Università, per un progetto finanziato dall'Università; oltretutto è stata fatta esplicita richiesta al Dipartimento, che a sua volta l'ha inoltrata in Amministrazione. Credo sia tutto in regola, da questo punto di vista.
Vedi punto 4: concordo, se si trattasse di un problema di protezione dei cristiani che lavorano, sarei perfettamente d'accordo. Siccome il lavoro è molto meno specializzato, vanno bene anche i dottorandi: certo, fossi io un docente lo affiderei a qualche undergraduate con il fisico da quarterback di qualche squadra di football, ma pare che a Fisica questi soggetti scarseggino.
E qui veniamo al punto cruciale. Purtroppo qui, come anche in Italia, come ovunque, i dottorandi sono trattati come schiavi al soldo del loro padrone: più e potente il professore, meno possono fiatare gli studenti, e Martoff è MOLTO potente. Purtroppo è così, siamo tutti assuefatti a questa cosa.
Appena il professor Metz la carica sulla piattaforma online, te la passo.
Vabbè se avete le scarpe antinfortunistiche e lo scopo della barriera è questo allora come non detto.
Sullo sfruttamento c'è poco da dire: sei nel paese che dello sfruttamento ha fatto la sua bandiera. :boh:

Offline cicciograna

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #747 il: 26 Settembre, 2015, 06:26:31 am »
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Offline CharMeg

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Un napoletano a Philly
« Risposta #748 il: 26 Settembre, 2015, 10:41:37 am »
Niente da fare, sei roba buona.

Good job, bro. :ok:
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #749 il: 27 Settembre, 2015, 06:24:25 am »
Vi assicuro che non sono questi anni a fare schifo, ma che l'umanità in se fa schifo
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Offline raistlin980

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #750 il: 27 Settembre, 2015, 09:36:59 am »
Ciccio scusa na curiosità,  ma perchè ce vonn e Guardiani della Notte per stare appresso a sti run? E che runna? E che succede quando crasha?
Citazione da: Aurelio De Laurentiis
Bisogna ripetere, ripetere, vincere, vincere

Offline cicciograna

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #751 il: 27 Settembre, 2015, 15:56:27 pm »
Ciccio scusa na curiosità,  ma perchè ce vonn e Guardiani della Notte per stare appresso a sti run? E che runna? E che succede quando crasha?
In genere i grandi esperimenti vanno monitorati 24 ore su 24 perchè hanno cicli di presa dati durante tutta la giornata: se puta caso durante la notte succede qualcosa, un errore software nelle schede di acquisizione, problemi di natura tecnica o altre cose così, è importante poter intervenire tempestivamente. Io da lontano ovviamente non posso mettere le mani sull'hardware, però i programmi di gestione che uso hanno degli switch software per riavviare il sistema, per inizializzare i macchinari, per stabilire quali siano i parametri di configurazione e via dicendo. Tanto per dirne una, se vedo che tutti i run crashano dopo 5 minuti dall'essere stati avviati, posso provare a fare un reboot del sistema e vedere se il problema si risolve; alternativamente, posso contattare uno dei cristiani che vive da quelle parti e che quindi può andare a mettere mano.

I run sono di due tipi, quelli globali e quelli laser: durante i run globali, i due pezzi del macchinario, la camera interna (Time Projection Chamber, il vero rivelatore attivo) e lo schermo attivo esterno (Outer Detector) lavorano assieme, sono prese dati vere e proprie ed i risultati finiscono nel database ufficiale. I global run durano circa 6 ore, e sono quelli che si possono fottere.
I laser run servono per calibrare i sensori interni alla TPC, durano tra i 5 ed i 10 minuti, vanno ripetuti ogni 12 ore e sono molto stabili, in genere non creano nessuno problema se non quello che bisogna ricordarsi di farli.

Finora non ho incontrato nessun problema grave durante i miei shift, i crash dei run non sono mai stati qualcosa che ha richiesto l'intervento di personale al Gran Sasso. Quando crasha un run la procedura prevede l'aggiornamento del log dell'esperimento ed il riavvio di un nuovo run, anche se quest'ultima cosa è spesso automatica, ci sono opzioni apposite nel programma di gestione (solo che il nuovo run va monitorato per una mezz'oretta o più per rendersi conto se i crash avvengono a ripetizione e c'è qualcosa che non va).

Un'ultima chicca: l'email con cui ho salutato la nuova shifter al Gran Sasso, ieri notte alle 2:00, è questa. Chi ha occhi per vedere, veda.

Hi Tessa, the runs went Fine apart frOm the last one that cRashed unexpectedly. That crash left me unfaZed.
Apart from thAt everything Normal, lAser run Puntually taken. I'm gOing to Lie on the bed now. See you In the morning.

~Ciccio
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #752 il: 27 Settembre, 2015, 17:41:38 pm »
In genere i grandi esperimenti vanno monitorati 24 ore su 24 perchè hanno cicli di presa dati durante tutta la giornata: se puta caso durante la notte succede qualcosa, un errore software nelle schede di acquisizione, problemi di natura tecnica o altre cose così, è importante poter intervenire tempestivamente. Io da lontano ovviamente non posso mettere le mani sull'hardware, però i programmi di gestione che uso hanno degli switch software per riavviare il sistema, per inizializzare i macchinari, per stabilire quali siano i parametri di configurazione e via dicendo. Tanto per dirne una, se vedo che tutti i run crashano dopo 5 minuti dall'essere stati avviati, posso provare a fare un reboot del sistema e vedere se il problema si risolve; alternativamente, posso contattare uno dei cristiani che vive da quelle parti e che quindi può andare a mettere mano.

I run sono di due tipi, quelli globali e quelli laser: durante i run globali, i due pezzi del macchinario, la camera interna (Time Projection Chamber, il vero rivelatore attivo) e lo schermo attivo esterno (Outer Detector) lavorano assieme, sono prese dati vere e proprie ed i risultati finiscono nel database ufficiale. I global run durano circa 6 ore, e sono quelli che si possono fottere.
I laser run servono per calibrare i sensori interni alla TPC, durano tra i 5 ed i 10 minuti, vanno ripetuti ogni 12 ore e sono molto stabili, in genere non creano nessuno problema se non quello che bisogna ricordarsi di farli.

Finora non ho incontrato nessun problema grave durante i miei shift, i crash dei run non sono mai stati qualcosa che ha richiesto l'intervento di personale al Gran Sasso. Quando crasha un run la procedura prevede l'aggiornamento del log dell'esperimento ed il riavvio di un nuovo run, anche se quest'ultima cosa è spesso automatica, ci sono opzioni apposite nel programma di gestione (solo che il nuovo run va monitorato per una mezz'oretta o più per rendersi conto se i crash avvengono a ripetizione e c'è qualcosa che non va).

Un'ultima chicca: l'email con cui ho salutato la nuova shifter al Gran Sasso, ieri notte alle 2:00, è questa. Chi ha occhi per vedere, veda.

Hi Tessa, the runs went Fine apart frOm the last one that cRashed unexpectedly. That crash left me unfaZed.
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~Ciccio

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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #753 il: 28 Settembre, 2015, 05:50:35 am »
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« Risposta #756 il: 30 Settembre, 2015, 17:35:39 pm »
Ma i pendoli di Foucault dove sarebbero?
Me li sono persi...
« Ultima modifica: 30 Settembre, 2015, 22:13:23 pm da CharMeg »
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #757 il: 01 Ottobre, 2015, 01:06:17 am »
Ma i pendoli di Foucault dove sarebbero?
Me li sono persi...
Hai ragione, sono nell'esercizio quattro.
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #758 il: 01 Ottobre, 2015, 05:59:25 am »
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Re:Un napoletano a Philly
« Risposta #759 il: 01 Ottobre, 2015, 18:28:44 pm »
Scuramma in arrivo.

https://unnapoletanoaphilly.wordpress.com/2015/10/01/nuvole-allorizzonte/

Ue io fra un mese sto a Philadelphia. Poi magari ti contatto su fb appena so le date precise. :love:
It's watermelón... INSIDE OF WATERMELÒN!