sarà una partita dura, il momento è difficile, la coppa non interessa alla società, potrebbe finire male. Ma non tutto il male viene per nuocere, può essere un altro passo avanti nel processo di crescita ed educazione dell'ambiente.
Al fischio finale dell'arbitro scroscianti applausi per i nostri eroi che hanno onorato la maglia fino all'ultimo nonostante la sconfitta. Lo stadio intero intona "oje vita oje vita mia", tra gli applausi di tutti e 22 i calciatori in campo. Un calciatore azzurro, in lacrime per aver causato i due autogol che hanno indirizzato la partita, si avvia mestamente verso le scalette, ma la B lo incoraggia scandendo a gran voce il suo nome "BRITOS! BRITOS! BRITOS!". La A, un'enorme macchia denim che fa da contraltare alla B interamente camoufflage, i colori ufficiali del club, espone uno striscione mentre l'altro uruguagio si avvicina a gran voce a braccia larghe. Srotolato interamente ecco il messaggio d'amore, "Gargano...vienite a piglià o'perdono". Un bimbo gli rilancia il pallone che lo stesso Gargano ha spedito in curva pochi minuti prima calciando una punizione, per farselo autografare.
Nel frattempo Lorenzo Insigne, ormai beniamino del pubblico, ancora senza maglia dopo essersela tolta per aver segnato di ginocchio in mischia al 95' il gol dell'1-3 ed essere andato ad esultare sulla pista, rilascia un'intervista a Raffaele Auriemma di Mediaset. "Sono molto contento per il gol e l'accoglienza, finalmente i tifosi iniziano a meritarmi". L'intervista si interrompe quando Auriemma intravede Rafa Benitez che passa. Grande e fraterno abbraccio tra i due e un invito a mangiare fish&chips con le rispettive famiglie alla prossima vacanza a Liverpool.
Intanto in Posillipo strette di mano e pacche sulle spalle per De Laurentiis che annuncia "quest'anno gira male, pazienza. Ma per il prossimo è scudetto". Ovazione.
Poi entrano le cheerleaders a dilettare il pubblico che applaude e non vuole lasciare le tribune.
La serata è limpida e fresca e Napoli è tornata patria dell'amore.