Domani abbiamo bisogno di una reazione, dobbiamo entrare in campo come la Juve di oggi.
Se perdiamo altra sicurezza finiamo in uno stagno da cui Benitez, per attitudine al batuffolismo ed all'analisi razionale ad ogni costo, non sarà in grado di tirarci fuori.
Lo spagnolo pure con una mannaia sulla testa starebbe a sventrare il dato sui chilometri percorsi da Jorginho e Susaeta piuttosto che andarsi a guardare i suoi uomini in faccia.
Ora abbiamo bisogno di una scrollata, non delle pippe su chi sta "un po' più in forma di" chi.
Tutto ciò per GIOCARCELA per il terzo posto, una corsa che per diversi evidenti fattori quest'anno non ci vede favoriti.
In primis perché la rosa beniteziana, che beniteziana sarebbe tutt'al più senza l'incombenza di gestire situazioni di stress come quella attuale (in cui magari farebbe comodo un non-beniteziano come Behrami

), è inferiore a quella dell'anno scorso, dato che oltre a palesi rigetti come Armero e Dzemaili, abbiamo ceduto diversi titolari/protagonisti assoluti (Reina in primis, che ha portato almeno una decina di punti e che quest'anno è sostituito da un presagio di raccapriccio e orrore).
Ma questo purtroppo ad oggi è solo uno di svariati problemi (tecnici, perché quelli ambientali sono un altro bel cazzo di guaio), alcuni da cercare anche altrove (Milan in rilancio e Mazzarri che ha messo la macchina in moto).