Ma il problema non è quello che si racconta. Evidentemente, la gente si è cacata il cazzo di pseudo intellettuali che sono trent'anni che mangiano e fottono senza scrupoli sulla carne di poveri cristi ammundunati in periferia come polli di batteria, abbandonati dalle istituzioni e presi pure per il culo.
Si possono pure raccontare delle storie come hanno fatto Antonio Capuano, Salvatore Piscicelli, lo stesso Massimo Troisi. E, vaffanculo, pure Mario Merola con Alfonso Brescia.
Qui, invece, non si respira un poco di cazzo di umanità. Qua ormai è tutto una cazzo di ansia del racconto, della fiction, di cielo che se ne cade in terra. Ma vi siete chiesti se dopo tanti anni che la gente ci ha inzuppato il biscotto, qualcuno che ci vive in queste saittelle si rompe pure un poco le palle?
Ma, secondo la mia modesta opinione, uno che fa le chiacchierate in libertà con Jovanotti (stamm parlann e Jovanotti), non merita nessuna attenzione né lui e nemmeno le cose che fa.
Poi può pure essere che la fiction è il più grande capolavoro degli ultimi anni in Italia, ma non vi sorprendete se qualcuno si è rotto il cazzo di tutte queste pagliacciate. E muort vann truvann e sta ngrazie do patatern.