La cosa più assurda è che il tizio romano che ha sparato era già stato coinvolto nel famoso derby del bambino morto di dieci anni fa e stev ancor a piede libero.
Questo è il vero problema di questa nazione: chi delinque non paga, chi ruba non paga, chi uccide non paga.....
"Gastone", la testa calda che bloccò il derby
Un capo storico della curva Sud romanista accusato di aver premuto il grilletto
di LORENZO D'ALBERGO e SARA GRATTOGGI
"Gastone", la testa calda che bloccò il derbyIl ferimento di un tifoso napoletano prima della finale di Coppa Italia (ansa)
Un derby sospeso, arresti a ripetizione e quell'abbreviazione "Spqr" tatuata sulle dita che ieri sera - secondo l'accusa sulla base della quale è stato arrestato - avrebbero premuto il grilletto di una calibro 7.65 per ben sei volte contro i tifosi del Napoli. Daniele De Santis, "una testa calda, pronta a dare di matto da un momento all'altro" secondo i poliziotti che sono intervenuti ieri sera in viale di Tor di Quinto e lo hanno interrogato per tutta la notte al pronto soccorso del policlinico Gemelli, ha sempre fatto di tutto per non passare inosservato. E anche se ieri ha ripetuto "non sono stato io, un altro ha sparato", al suo nome si ricollegano pagine e pagine di cronaca da stadio.
Nel 1996 "Gastone" (così lo chiamano gli amici in curva) viene arrestato insieme ad altri boss della Sud per minacce all'allora presidente della Roma Franco Sensi: in quella retata di 18 anni fa furono arrestati sette leader della curva appartenenti ai "Boys" e al gruppo "Frangia ostile".
Ma il precedente più eclatante è quello del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004. Insieme ad altri sei capi ultrà, De Santis scavalca il recinto di gioco: per lui e per chi lo accompagnava la stracittadina andava sospesa. Secondo i leader delle curve, un bambino era stato investito da un mezzo della polizia: una voce infondata che si trasformò in una vera e propria dimostrazione di forza da parte delle due tifoserie estreme. Per la serie "decidiamo noi se e quando si gioca". Ogni ipotesi di reato, da quella di violenza privata a istigazione a disobbedire le leggi dello Stato, passando per il complotto, è finita però prescritta.
Dalla possibile condanna alla completa riabilitazione: Daniele De Santis, oggi 48enne con agganci nel mondo dell'estrema destra, sembrava essersi rimesso in riga. E da qualche tempo era conosciuto da tutti come il gestore del chiosco con vista sui campi di calcetto del parco di Tor di Quinto. Fino a ieri sera, fino a quei sei colpi di pistola e al viaggio fino al pronto soccorso del Gemelli con una tibia spezzata.