Marotta, risposta a Tremonti: «la pubblicità anti-tagli comprata a mie spese»
«Gli spazi pubblicitari li ho comprati a mie spese. Non ho toccato e mai avrei toccato a questo scopo un solo denaro preso dai fondi dello Stato».
Se Tremonti pensava di aver colto Gerardo Marotta con le dita nella marmellata, evidentemente si sbagliava: la risposta del fondatore dell’Istituto Studi Filosofici spegne sul nascere ogni possibile polemica sull’accusa mossa dal ministro, che durante la puntata di giovedi di Annozero ha criticato chi ha speso «Trentamila euro per protestare contro il governo sui giornali».
Professore, nessuno spreco del contributi statali?
«Ma non scherziamo. E non è mica la prima volta, durante tutto il percorso di vita dell’Istituto ho scelto di sacrificare beni e risparmi in mio possesso. Ho venduto un attico a Roma, e non è escluso che possa vendere altre proprietà . E poi noi abbiamo assolutamente bisogno delle pagine dei giornali».
In che senso?
«Noi svolgiamo un lavoro pedagogico, e ogni pagina che esce su un giomale va a riportare riferimenti culturali utili per cui dare e indirizzare i nostri giovani. In questi giorni abbiamo organizzato un convegno dedicato al ministro del Tesoro del governo De Gasperi, Epicarmo Corbino. Di questo si e parlato sulla stampa; nell’occasione abbiamo riassunto sui quotidiani anche le nostre attività , per spingere i ragazzi a venire ancora a Palazzo Serra di Cassano».
Ora però si aspetta I’esame della manovra in Parlamento. Quanto rischia di perdere l’Istituto?
«L’emendamento ad hoc alla Finanziaria del 2005 ci ha permesso di disporre di circa 3 milioni all’anno. Sono risorse vitali perchè per tutto resto operiamo e lavoriamo gratuitamente. Abbiamo decine di volontari che non chiedono rimborsi nemmeno per il biglietto del tram. E le dico di più, il Tesoro deve ancora girarci il contributo per gli anni 2007, 2008 e 2009. E' un’attesa lunghissima, durante la quale abbiamo continuato a effettuare sforzi personali. E ora c’è la possibilità che il finanziamento non venga prorogato. Ma non smetterò mai di dire che cosi si andrebbe a spegnere il motore culturale del meridione».
Tremonti però si e chiesto come gli Istituti spendano le risorse. Come si sente di rispondergli?
«In primis dico che gli Istituti culturali sono indispensabili per la nazione. Nel nostro caso posso ricordare al ministro che solo negli ultimi 20 anni abbiamo prodotto cultura in tutto il Sud. Ad esempio, nel 1993, grazie a uno stanziamento di 10 miliardi di lire dal governo Ciampi abbiamo potuto creare al sud 200 strutture tra scuole di alta formazione e biblioteche, organizzando 200 mostre didattiche. E nel 2005e stato proprio un dirigente del Tesoro, Fabrizio Barca, a valutare come un successo enorme il nostro impegno».
lnsomma Tremonti è da bocciare?
«Al di là di ogni polemica, ci rendiamo conto dello sforzo del ministro dell’Economia per salvare i conti del Paese. Da buoni allievi di Luigi Einaudi siamo per la progressività delle imposte e per le misure sulle successioni. E ricordiamo i tempi in cui, nel primo dopoguerra, i nostri nonni sopportarono il calo del tasso sui titoli di rendita. Se Tremonti ci chiama, i nostri economisti saranno pronti ad aiutarlo»
Livio Coppola
il Mattino 5 giugno 2010