Ciao Edi. Grazie per tutte le emozioni che mi hai regalato: la fine è amara, amarissima, ma io da napoletano vero di amarezze ne ho vissute e ne vivo ogni giorno, quindi ho imparato a cadere.
Ti auguro una carriera brillante, sul serio. Spero che tu segni gol a palate contro squadroni come il Marsiglia, il Nizza, l'Ajaccio e il Sochaux. Spero tu vinca il campionato francese e la coppa di Francia, qualunque sia il suo nome.
Però spero anche che la mia squadra batta sempre la tua, qualunque essa sia, sempre: devi vedere il popolo napoletano esultare per una vittoria che non è più tua, soffrire per una squadra che non è più tua, e udire il nome di qualcun altro urlato dal milione di voci di una città che non è più tua. Forse allora capirai che cosa vuol dire Napoli, perche bello mio, nonostante i tuoi figli siano nati qui, nonostante ti sia fatto infinocchiare dalla cafona nostrana di turno, tu Napoli non l'hai capita. Mi spiace; del resto non è per tutti. Tanti napoletani non hanno capito Napoli, figurati un ragazzino come te, soprattutto se obnubilato da soldi e fama in quantità. Peccato.
Molti non approveranno quel che sto per scrivere, anzi quasi nessuno: ma io sono sempre per le seconde opportunità. Ove mai in futuro le nostre strade, la tua e quella di questa città che hai perduto, si reincontrassero, nella lontanissima, quasi irrealizzabile ipotesi tu possa tornare a vestire i nostri colori, io tornerò ad acclamarti, perchè preferisco ricordare le cose buone di tutto, piuttosto che quelle cattive.
Fino ad allora tu per me e per tutta Napoli sei però un avversario. Buona fortuna.