L'agente CIA Maya segue implacabile le tracce di Bin Laden fino al suo nascondiglio in Pakistan.La vicenda è arcinota, farne un film è per questo impresa assai ardua. La Bigelow fa ricorso ad una dettagliata documentazione dei fatti e all'avventura professionale di una donna alle prese con un'intuizione non condivisa. E' l'appuntamento con la storia, ma la regista evita di definire la moralità di chi l'ha scritta. Mette davanti all'accaduto, riesce a trasformare la cronaca in cinema senza inciampare nelle facili trappole della retorica e dell'epica. Il salto qualitativo l'opera lo fa con due strumenti: suspense e interpretazioni. Il primo è sorprendente, anche solo perché lo si avverte nonostante si conosca già l'epilogo del racconto; il secondo è posato, non conosce enfasi (sarebbe stato un peccato mortale, data la naturale predisposizione del racconto a salire di tono) e si esalta in una Jessica Chastain raffinatissima.
La resa del raid di Abbottabad è inappuntabile, per scenografia (il bunker è identico), durata (circa mezz'ora) e dinamiche (stando a quanto diffuso).
Voto: ****