Tecnicamente ineccepibile per essere un prodotto italiano "di genere", ma un pò troppo qualunquista nei contenuti : è vero che i poliziotti per la prima volta in un film italiano dai tempi del grande Di Leo, fanno una pessima figura, visto che vengono dipinti come nella maggior parte dei casi realmente sono nella realtà, ovvero fanatici fascisti, ignoranti come capre, alienati ed incapaci di portare avanti una vita serena anche fuori dall'ambiente lavorativo, dove invece sfogano tutte le loro frustazioni e paure (ed è emblematico soprattutto il personaggio di Flippo Nigro, autentico Shane Vendrell all'amatriciana...), ed è questo il doppio binario che fa da perno principale al film, ma alla fine loro stessi sono una conseguenza di una società incapace di difendere i diritti di qualunque cittadino, scatenando una guerra tra poveri, ed è qui che alla sua massima espansione nel personaggio della "spina" Constantini, che secondo me sarebbe stato molto meglio eliminare in fase di sceneggiatura...
Il sottobosco romano dell'estrema destra che evoca fascino soprattutto tra i più giovani dei quartieri popolari, poi ricorda fin troppo il Teste Rasate del re del trash Claudio Fragasso. Ho trovato ottima l'interpretazione di Favino, che si dimostra uno dei migliori attori italici attuali (non a caso sta entrando nelle grazie hollywoodiane di Ron Howard, che anche nel suo prossimo film lo vedrà nel cast), comunque con tutti i difetti del caso resta un buon prodotto, e si spera che Sollima jr. poi non cambi totalmente registro, puntando a voler fare l'autore d'essai...