Autore Topic: Django (Sergio Corbucci - 1966)  (Letto 1491 volte)  Share 

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Alemao

Django (Sergio Corbucci - 1966)
« il: 12 Gennaio, 2013, 15:45:12 pm »



In attesa di vedere il film di Tarantino, che si richiama esplicitamente all'originale almeno nel titolo, vi consiglio, se siete curiosi o appassionati del genere Western, di vedervi il film di Corbucci, uscito nel 1966, film in cui l'elogio dell'antieroe è pressoché totale e dove la violenza raggiunge vette difficilmente eguagliate all'epoca. È uno Spaghetti Western che ha fatto la storia del cinema di genere quanto i film di Leone o di Ford. Django è un disertore dell'esercito, che vaga per la prateria al confine con il Messico, trascinandosi una misteriosa bara, dalla quale non si separa mai. La scena iniziale mostra una prostituta che rischia di essere uccisa prima dai rivoluzionari messicani e poi dagli uomini del maggiore Jackson incappucciati di rosso, una specie di versione del Ku Klux Klan, razzisti e sanguinari. Django la salva dagli uni e dagli altri e pare quasi avere una sorta di codice etico e morale che lo faccia ergere rispetto ai bruti e sanguinari delle due fazioni. La cosa splendida di questo film, non voglio anticiparvi niente sulla trama, è che non è affatto così. Django si dimostra, man mano che si prosegue nella visione del film, un personaggio senza scrupoli, un cinico calcolatore, animato da cupidigia e con un proprio e preciso codice di comportamento: la vendetta da raggiungere, anche a costo di servirsi delle persone che ha accanto, fino all'epifania finale, alla riscoperta senza redenzione della propria condizione umana di sconfitto, quando si ritrova in pericolo di vita, una scoperta che però è semplice constatazione, perché il Django nella bara in realtà non può essere ucciso, perché nella bara c'è solo il ricordo dell'uomo che fu in passato prima di abbandonare l'umanità, trovata geniale di Corbucci per un film che dopo essere uscito ebbe innumerevoli imitazioni con tentativi di sequel mal riusciti o poco convincenti e che ora torna in auge grazie a Tarantino. La colonna sonora infine è composta da un certo Luis Bacalov.

Voto ****1/2
« Ultima modifica: 12 Gennaio, 2013, 17:18:50 pm da Alemao »

Offline Guallera V.2

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Re:Django (Sergio Corbucci - 1966)
« Risposta #1 il: 12 Gennaio, 2013, 20:05:55 pm »
Secondo me, Corbucci che dopo Leone, è stato il miglior esponente dello spaghetti western, ha fatto di meglio con Vamos a matar companeros e soprattutto con Il grande silenzio, ma anche Django merita un posto d'onore, soprattutto in merito alla rappresentazione della violenza. Django che cammina come un fantasma trascinandosi ovunque la bara, è una scena che entra nell'immaginario collettivo...ed anche un bel ribaltamento degli eroi yankee senza macchia e senza paura, di fordiana memoria.