
Io lo definire il più grande criminale degli ultimi 20.
Mi duole constatarti così impreparato.
Con Putin la Federazione russa non solo ha vissuto un'epoca di crescita economica senza pari nella sua storia e pareggiabile da un numero esiguissimo di paesi, ma ha anche colto la miracolosa chance di tornare a contare come una superpotenza mondiale a meno di un decennio dalla dissoluzione dell'Urss. Io non so se qualcuno di voi ha una vaga idea di cosa fosse la Russia di Eltsin: uno spazio geopolitico immenso, governato da un ubriacone e dalla sua famiglia, messo in ginocchio dall'inflazione, un paradiso del nero e della mafia, lacerato dalla forza centrifuga delle minoranze erano-religiose e da quella interna dell'eversione vetero-comunista e neo-nazista. Putin ne ha raccolto le ceneri avendo bene a mente cosa farne (leggetevi l'astruso titolo della sua tesi di laurea): fare delle risorse energetiche la base del rinascimento. Ha nazionalizzato tutte le aziende ritenute strategiche per la politica estera del paese e le ha messe nelle mani dei "siloviki", gli uomini dei servizi, gente con poca pratica di ferrovie e gasdotti ma ben indottrinata sulla politica internazionale. Il gas e il petrolio, da allora, sono diventati il primo strumento di diplomazia: mai come con lui sono stati utilizzati come fonte di potere nei confronti del "cortile di casa" e dei clienti europei. Da un lato, le guerre del gas. Dall'altro, la sistematica penetrazione nei sistemi economici e politici europei (soprattutto in Italia e in Germania). Nel frattempo, le guerre, a volte inventate, altre volte procurate per annichilire le forze centrifughe, intimorire, mostrare autorevolezza. Oggi nulla nel mondo di muove senza che il Cremlino lo voglia. Come accadeva nei migliori tempi dell'Unione Sovietica.