Giammy mi spieghi cosa c'è di ideologico in quello che ho scritto?
Cosa mi contesti?
Non sarà mai cazzo mio, però la laurea l'ho presa in scienze internazionali diplomatiche, ergo più che passione si parla di campo di studi.
Allora perdonami se sono stato un po' aggressivo.
Ciò che ti contesto è che inverti i rapporti di forza. L'amministrazione Obama aveva bisogno di tutto fuorché di questo, in particolar modo a due mesi dal voto. Peraltro, ci ha fatto pure una gran figura di merda, dal momento che permettere all'ambasciatore di andare a Bengasi (che in questo momento è fuori dal controllo delle autorità di Tripoli) scortato solo da due Navy Seal, in occasione dell'anniversario dell'11 settembre, è una cosa da incapaci.
L'invio di due cacciatorpedinieri (e non due portaerei come erroneamente titolano quegli sciagurati di Repubblica) nel golfo di Sirte è una mossa elettorale, un tentativo di non mostrare il fianco di fronte agli attacchi dei repubblicani (che già erano iniziati a poche ore dalla notizia dell'uccisione dell'ambasciatore). Cosa possono fare? Attaccare Bengasi con missili cruise alla "ndo cojo cojo"? Cosa possono fare 200 marines, se non difendere simbolicamente le sedi diplomatiche?
La verità è che si sono fatti trovare con le brache calate. Che hanno scoperto sulla loro pelle che offrire il proprio sostegno ai ribelli della Primavera araba è un'arma a doppio taglio: puoi contribuire a buttar giù tutti i regimi che ti pare, ma se poi non ci sono le basi per ricostruire qualcosa di solido, l'intromissione ti si ritorce contro. Il caso egiziano, completamente diverso, è esemplare. Al Cairo il governo ha lasciato manifestare, ha fatto arrivare la folla fino alle mura di recinzione dell'ambasciata. Poi l'ha fermata. Perché lì c'è uno Stato, un governo eletto e un leader riconosciuto. Un paese, soprattutto, che vuole lanciare determinati messaggi all'America ("Noi non siamo vostri amici", perfettamente recepito da Obama) ma che ha bisogno tuttavia dei dollari di Washington (infatti in questi giorni stanno trattando per la riduzione del debito, l'Egitto è alle prese con una crisi economica mostruosa).
A marzo 2011 le motivazioni politiche ed economiche per intervenire in Libia c'erano tutte (la Libia stava entrando nella zona d'influenza italiana, la Francia ha approfittato dell'occasione per rimescolare le carte sul terreno petrolifero, gli Stati Uniti per sferrare un altro colpetto all'Europa). Oggi l'America sta cercando in tutti i modi di uscirne, anche perché dovrà probabilmente destinare fior fior di quattrini per accompagnare i caccia israeliani in Iran.