Eroico reduce dalla guerra in Afghanistan, Colter Stevens è scelto per un esperimento che gli farà rivivere gli ultimi 8 minuti di un soggetto simile a lui. E' la seconda opera di Duncan Jones, figlio di David Bowie già autore del convincente Moon. Il passaggio al mainstream lo fa deragliare dalla fantascienza più pura alla science fiction di derivazione dickiana. Così, come nell'acclamato Inception di Nolan, si gioca con tempo e spazio tentando di legittimare le licenze di scrittura con dozzinali principi scientifici. Finché non si diradano le nubi sul destino del protagonista e non si approfondisce la sfera sentimentale, il congegno narrativo intrattiene e diverte perchè ha ritmo e suspense. Poi si sgonfia. La speranza è che il promettente regista torni comunque sulla strada maestra.
Voto: ***