Autore Topic: Persona (Ingmar Bergman, 1966)  (Letto 3915 volte)  Share 

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Offline Genny Fenny

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Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« il: 24 Giugno, 2011, 10:28:02 am »


Elisabeth Vogel, nota attrice, un giorno incomincia a rifiutarsi di parlare, chiudendosi in un ostinato mutismo. Le viene affiancata un'infermiera che incomincia a raccontarle la sua vita privata. Le confessioni della donna si fanno via via più intime. Ma l'attrice in una lettera svela i segreti dell'infermiera.

Opera già matura per l'ancora incompleta filmografia di Bergman, opera matura per l'umanità intera, che nel 66' si trova (ir)risolto il problema esistenziale con un registro linguistico universale, mai manomesso se non in "quantità" e retorica. "(Ir)risolto" perché la chiave di lettura, l'unica possibile, è il "nulla" finale, l'ultima parola, la resa di fronte allo scrigno del subconscio umano.
Protagonista dell'indagine del film è la comunicazione, rivelazione di una coscienza trasfigurata dal sociale, quindi falsa. Il mutismo della protagonista vuole ergersi a momento autentico, ma finisce inesorabilmente col contaminarsi degli istinti terreni e positivi del secondo personaggio, alter ego "umano" del primo. La contaminazione diventa immedesimazione fisica, passando per uno stato di subcoscienza (reso attraverso suggestive scene oniriche di ispirazione bunuelliana) e giungendo a quello carnale, con l'alternanza di primi piani stretti, inisistiti e di rara espressività (qui Dreyer).
Comun denominatore è il dolore (poi ripreso magistralmente in Sussurri e grida), che unisce le due donne oltre ogni distinzione di natura sociale o comportamentale. Un dolore lacerante che non può essere taciuto, sottratto alla parola ma non al volto. Riprendendo Schopenhauer, Bergman propone una sorta di ascesi solidaristica come viatico alla miseria del vivere, sia la conoscenza del dolore atto di ricerca intellettuale o supplizio fisico. E' una forma di nichilismo estremo, deprimente, asfissiante, che Bergman somministra con asetticità e violenza (alla maniera in cui farà Mars fon Triter).
Mi piace pensare a un Bergman finito con Fanny & Alexander, con la ragione drogata dalla suggestione e dal misticismo. E' una via meno crudele quella della fede, in fin dei conti.

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Offline wendell

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #1 il: 24 Giugno, 2011, 10:39:16 am »
Sicuramente nella mia top five. Un capolavoro assoluto e forse per me il miglior Bergman. Un kammerspiel girato col piglio impressionista. Il massimo dei voti.
Tra l'altro è palesemente la fonte di ispirazione dell'ultima trilogia di Lynch, soprattutto di Mulholland Drive.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline Moebius

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #2 il: 24 Giugno, 2011, 10:40:13 am »
kammerspiel

poi dite del ragioniere
 :nono:
ah va beh è tedesco
 :look:
ragazzi, cercate di non esagerare con le bestemmie

Offline Genny Fenny

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #3 il: 24 Giugno, 2011, 10:46:56 am »
Un kammerspiel

'E muort mije so' marenar, mammete e patete miezz 'o mare.

Offline wendell

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #4 il: 24 Giugno, 2011, 10:49:49 am »
"Il Kammerspiel è stato identificato come una delle tre fondamentali correnti del cinema tedesco d'avanguardia, assieme al cinema espressionista ed alla Nuova oggettività.
Il cinema Kammerspiel pone un forte accento sul primo piano e sulla percezione delle sfumature nelle emozioni dei protagonisti.
Molto diversa dall'espressionismo è anche la tecnica cinematografica. Film tipicamente espressionisti sono composti da inquadrature fisse, con un montaggio ridotto all'osso e con l'assenza di movimenti di camera, la quale crea un senso opprimente e chiuso nell'inquadratura. Al contrario nel Kammerspiel la cinepresa è straordinariamente mobile, arriva fino a pedinare i personaggi come se li perseguitasse per mostrarli sempre da vicino."

:contract:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline joint

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #5 il: 24 Giugno, 2011, 12:03:42 pm »
e che genio ca tenit cu stu cavr

Offline ziumberto

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #6 il: 24 Giugno, 2011, 16:10:41 pm »
Film degli interrogativi disattesi, l’incomunicabilità, la scissione, la ridicola presunzione della psicologia, l’estrema soggettività nella percezione di un evento…Frammenti che si ricompongono in un unico destino di dolore.
Fotografia memorabile e regia seme di intere carriere. Strepitose le due attrici.
Ogni nuova visione, nuovi dubbi e interpretazioni. ruoss.



 :puppa: :puppa: :puppa: :puppa:  :dilemma:

Offline Moebius

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #7 il: 24 Giugno, 2011, 18:50:46 pm »
"Il Kammerspiel è stato identificato come una delle tre fondamentali correnti del cinema tedesco d'avanguardia, assieme al cinema espressionista ed alla Nuova oggettività.
Il cinema Kammerspiel pone un forte accento sul primo piano e sulla percezione delle sfumature nelle emozioni dei protagonisti.
Molto diversa dall'espressionismo è anche la tecnica cinematografica. Film tipicamente espressionisti sono composti da inquadrature fisse, con un montaggio ridotto all'osso e con l'assenza di movimenti di camera, la quale crea un senso opprimente e chiuso nell'inquadratura. Al contrario nel Kammerspiel la cinepresa è straordinariamente mobile, arriva fino a pedinare i personaggi come se li perseguitasse per mostrarli sempre da vicino."

:contract:
ma io lo sapevo cos'è il kammerspiel,volevo solo sfotterti
 :sisi:
ragazzi, cercate di non esagerare con le bestemmie

Offline kurz

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Re:Persona (Ingmar Bergman, 1966)
« Risposta #8 il: 05 Giugno, 2012, 15:16:43 pm »
Visto ieri, vorrei fare una recensione come ha fatto Fiorenzo, mi limito a dire che quoto, è proprio un bel Kammerspiel :look:


Comunque stupendo, io di Bergman ho visto per ora solo "il posto delle fragole" quindi il raffronto non lo riesco manco a fare, visto che a parte qualche scena lì è evidente l'impronta autobiografica secondo me distaccata, qui si va a scavare in profondità in zone sensibili dove l'io delle due protagoniste diventa un unica cosa, in modo violento fondendosi in un unico dolore, un unico disagio nei confronti della vita.

Tecnicamente anche film innovativo, ma non bisogna certamente che lo dica io che non ci capisco una ceppa :look:


voto *****

gesucrì