La penso come te, perchè magari sta uno/una più titolato, più bravo ecc. però alla fine "io conosco Tizio" e allora la scelta ricade su di me. E io confesso che spero vada così. Ciò detto ho esperienza nel settore, magari non sono laureato, però sentendo i colloqui degli altri ho sentito che ritenevano il lavoro come una scelta quasi di ripiego, mentre io onestamente ci ho sempre puntato fortissimo su quel lavoro.
Confesso che però mi è salita un'ansia tremenda... 
Uagliò raccomandazione classica all'italiana è questa: assessò, mio figlio è disoccupato e ha bisogno del lavoro ... putit truvà coccos? Al che l'assessore (o politico, dirigente, ... ) si mette in moto per farti trovare il lavoro. Tu magari sei incompetente, però gli hai dato il voto, gli hai dato X euro, o tua mamma gli ha dato qualcos'altro.

Trovi il lavoro e tutti più contenti, giovani laureati che debbono tornarsene a casa.
La tua è una cosa molto più naturale: io conosco Tizio, so che sa fare sta cosa, "casualmente" entriamo in contatto, questo mi dice: ja, miettm a faticà... vedrai che non te ne pentirai.
Ok, è raccomandazione, ma è anche vero che uno tra un amico e uno sconosciuto, tra uno che sa quanto può dare e un altro di cui non sa un H (perchè un colloquio di mezz'ora nun serv a nu cazz, tant'è che in molti sperimentano/chiedono altre soluzioni, almeno nell'informatica), ...

Poi è ovviamente questione di sicurezza: se io so che tu sai fare sto lavoro e so che lo sai fare bene, dov'è il problema? Il fatto che tu mi sei amico?
