Costa Concordia: ecco chi è De Falco, il comandante della telefonata a Schettino
Gregorio De Falco ha 46 anni. È di origini napoletane, da sette anni è il Capo Sezione Operativa della Capitaneria di Porto di Livorno ma di lui si sa ben poco. “E’ un uomo molto riservato- racconta a Panorama.it il capitano di fregata, Francesco Paolillo, Capo Settore Pesca, Gente di mare e Proprietà navale- trascorre la maggior parte della giornata nelle stanze della sala operativa o con la sua famiglia”.
Paolillo, collega e migliore amico di De Falco ci spiega: “Sono quattro giorni che il capitano De Falco non dorme e non si toglie la divisa. È distrutto.”Da quando sono state rese pubbliche le telefonate tra il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno e il comandante della Concordia,Francesco Schettino, De Falco è diventato quasi un divo, almeno nel popolo di internet, facebook in particolare.
A colpire gli internauti la decisione e il tono autoritario con il quale il capitano De Falco ordinava a Schettino di salire a bordo della nave per coordinare le manovre di soccorso e di salvataggio di tutti i suoi passeggeri. Una decisione che qualcuno vorrebbe vedere persino tra i politici al Governo.
“Io non ho fatto niente di particolare, niente che non avrebbe fatto un altro ufficiale al mio posto- incarica all’amico Paolillo di riportare ai cronisti- non sono un eroe ma solo un ufficiale della Marina Militare italiana. Questo doveva fare un comandante e questo ho fatto”.
Gregorio De Falco nasce da una famiglia napoletana ma vive e studia a Milano. Si laurea in Giurisprudenza e poi tenta il concorso per entrare nel Corpo delle Capitanerie di Porto. Lo vince e nel 1994 si trasferisce a Livorno per frequetare nove mesi di corso all’interno dell’Accademia Navale.
Nel 1995 il primo incarico a Mazara del Vallo poi viene trasferito alla capitaneria di Genova. Promosso comandante viene mandato in Liguria, a Santa Margherita Ligure dove dal 2003 al 2005 comanda la Capitaneria di Porto locale.
Solo dopo l’esperienza ligure ritorna a Livorno nella Sezione Operativa della Capitaneria.
Dal 2005 svolge solamente incarichi di comando operativo e soccorso all’interno dell’area labronica.
“Non pratica nessun hobby, è solo un uomo lavoro-casa-figlie”, ci precisa Paolillo “è’ sposato e ha due bambine di 5 e 11 anni che vivono e frequestano le scuole nella città di Livorno. E che lui adora”.
Quando si è verificata nel 1991 la collisione tra il Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo nel porto di Livorno, dove morirono 140 persone carbonizzate, il comandante De Falco non era ancora entrato in Marina. Ma per tutti i militari e in particolare per quelli che prestano servizio nella Capitaneria di porto di Livorno il caso Moby è e rimarrà per sempre, una tragedia di grado di segnare la vita degli ufficiali di Marina.
“La tragedia del Moby Prince aleggia come un fantasma nonostante siano trascorsi più di venti anni- ci confida il comandante Paolillo, anche lui non ancora arruolato- ma ha segnato per tutti noi l’”anno zero”, il momento che nessuno di noi deve mai dimenticare. Una tragedia che non si deve mai più ripetere”.