Solo con la figlia (Pasco) su un'isola abitata da spiriti che con arti magiche ha messo al suo servizio, Prospero (Gielgud), spodestato duca di Milano, suscita una tempesta che fa naufragare i suoi nemici...Film in cui il materiale visivo e auditivo straborda. Immagini sature, frame concentrici, voci ricalcate (Prospero accompagna quasi tutti i dialoghi). Esasperato il tentativo di catalogazione della realtà già visto ne Lo zoo di Venere, che stavolta coinvolge anche l'area umanistica

:Teatro (Shakespeare, ovviamente), cinema, pittura (Caravaggio e cazzi vari), letteratura... chi più ne ha, più ne metta.
I sensi non trovano pace durante la visione, sono continuamente chiamati a setacciare i dati per discernere quelli manieristici dagli altri effettivamente pregni di senso. Il risultato è straordinariamente barocco nella forma (composizione dell'inquadratura, fotografia, montaggio, scenografia) ma i contenuti sembrano relegati ad una dimensione quasi pretestuale. La seconda parte non se ne scende, il finale dura venti minuti
Greenaway è uno scinziato, non riesce a scaldarmi il cuoricino.
Voto: ***