Alla ricerca di un'idea per fare un film, R. Arbore e L. De Crescenzo vedono piovere giù dalle finestre di casa Fellini dei fogli con una sceneggiatura. Cominciano a girare... Due anni dopo il controverso e censuratissimo Il pap'occhio, Arbore e la sua fauna sforna un'altra pellicola, nel pieno del boom della trasmissione cult L'altra domenica, non a caso è presente tutta la fauna (Roberto Benigni, Andy Luotto, Dario Marengo, un giovane Nino Frassica relegato al ruolo di comparsa, nella parte di uno schifato regista televisivo). Raccontare la trama è praticamente impossibile, visto che assistiamo ad una serie di sketch come nel classico stile dell'Arbore band di allora, ma il divertimento latita fatta eccezione per due parti, quella iniziale decisamente da commediaccia "bassa", ovvero Fellini (o meglio il sosia) che si sta per cacare sotto ed implora a Giulietta Masina di lasciargli libero il bagno (scena che ovviamente fece scandalizzare gli intellettualoidi italioti dell'epoca e lo stesso Fellini, perchè prendere in giro quest'ultimo era reato di lesa maestà), e quella in cui una Sofia Loren celestiale (ovviamente anche lei è una sosia) appare alla protagonista (la cantante Pietra Montecorvino), e la invoglia in forte accento napoletano-puteolano, a cedere alla lusinghe sessuali di qualche produttore potente, anche se è brutto e vecchio, come lei fece con Carlo Ponti anni addietro.
Il film è decisamente sgangherato, volutamente trash (vedi l'esempio al ristorante del personaggio di Cloaca Massimo) per questo poco divertente, e molte volte noioso. Grande carrellata di personaggi televisivi dell'epoca, da Pippo Baudo a Nando Martellini che ovviamente non ci fa mancare la sua telecronaca.