Certo, certo, spostiamoci tutti in diligenza. Evviva l'Italie! 
Faremo la fine del Biafra.
http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?ID=5011&level1=2166&codice=10questo è un punto di vista liberale e quindi non ideologico, con la tav noi ci andiamo solo a perdere.
@carmine Per questioni economiche , ambientali si va a fare un traforo dove non ce ne è bisogno visto che per quel valico tutt'ora non passa nulla (mi riferisco a tir e quant'altro, ma fanno tutt'altro percorso)
Non c'è alcuna saturazione del traffico poi in quella zona (dati alla mano se volete vi pubblico tutto) a ifferenza di quel che si dice.
LA DURATA DEI LAVORI è stata valutata solo in via teorica:ma la durata reale che emerge da tutti i riscontri è almeno doppia. ovvero parliamo del 2031
Il costo abnorme (il termine UE per il finanziamento è scaduto e tra l'altro non copriva manco le spese, spese che paghiamo noi con le tasse ) 17 miliardi di euro.
Ma la cosa essenziale la salute della gente, visto che li verrà fatt il traforo più grande di Italia, con una dispersioni di milioni di m3 di polveri sottili tra cui AMIANTO ecco perchè la gente non vuole il traforo, e ste stime sulla pericolosità sono pubbliche , studi fatte dalle stesse FS!
SpoilerLa presenza di amianto
81. LO STUDIO COMMISSIONATO dalle Ferrovie Italiane al
Centro di Geotecnologie dell’Università di Siena e consegnato
nel gennaio 2003 ha svolto una indagine finalizzata alla ricerca di
amianto nelle rocce della bassa valle con prelevamento di 39 cam-
pioni in 29 punti. In circa la metà di campioni è stata riscontrata
la presenza di amianto in varie forme. Sulla base anche di questo
il Centro ha valutato che saranno estratti 1.050.000 m3 di rocce
contenenti amianto.
82. LO STUDIO RFI per la Valutazione di Impatto Ambientale ha
ridotto la valutazione del quantitativo di rocce potenzialmente
contenenti amianto a 875.000 m3, anche se poi nel secondo pro-
getto è aumentata la lunghezza delle gallerie nella zona più critica;
comunque ad oggi non è stato indicato, e non esiste, un sito in cui
poter stoccare in tutto o in parte la quantità di materiale stimata
dagli stessi promotori del progetto. Per intanto la ghiaia sostituita
nel ribassamento del piano dei binari del tunnel storico del Frejus
viene inviata in Germania.
Questo problema diventa insolubile proprio per la sua dimensio-
ne. L’emergenza è sicura ma 9 anni di studi e di polemiche non
sono bastati per trovare una soluzione. L’ipotesi presentata preve-
deva di farne dei mucchi di 500-1000 m3 e di verificare su ognuno
di essi la presenza di amianto ai fini di uno stoccaggio lasciato in-
determinato.
83. IL TEMA DELL’AMIANTO, per quanto riguarda gli elabo-
rati progettuali ai fini della VIA è stato certamente minimizza-
to ai fini di facilitare l’approvazione della valutazione di Impatto
Ambientale.Nonostante sia un argomento cruciale, nelle 43 pa-
gine dell’apposita “Sintesi” che accompagna l’ultima redazione del
progetto, e che, per legge, deve riassumerne le problematiche, non
compare la parola “amianto”, né altro termine equivalente.
84. L’ ULTIMO STUDIO PER LA VIA si sovrappone al preceden-
te con non poche ambiguità sulla versione a cui fare fede in futu-
ro. In particolare sui siti di deposito per inerti contenenti amianto
non propone nulla di preciso né come stoccaggio provvisorio né
come definitivo.
La presenza di uranio
85. MOLTI DOCUMENTI TESTIMONIANO la presenza di
giacimenti uraniferi nel Massiccio dell’Ambin, dove sarà scavato il
tunnel:
– 1959 - Somirem: “Relazione sul permesso di ricerca di minerali
di uranio nel comune di Venaus”;
– Nel 1974 il libro “ I giacimenti uraniferi italiani” edito dal Mu-
seo di Scienze naturali di Milano, definisce i nostri campioni
“molto ricchi” e “molto belli”;
– 1977-81 - Agip Mineraria: “Relazione relativa ai lavori di ricer-
ca per minerali di uranio a Rocca d’ Ambin”;
– 1980 - Minatome: “Permis de recherche de mines d’uranium”
sul lato francese dell’Ambin;
– Nel territorio di Venaus la galleria da cui sono stati tratti i cam-
pioni del minerale uranifero è ancora accessibile. Va però segna-
lato che esiste il pericolo di inalazione di polveri di minerale ad
altissima radioattività e la presenza di radon, il gas radioattivo
che, come le polveri, va nei punti profondi dei polmoni.
86. SOVRAPPONENDO LA CARTA elaborata dall’Agip Minera-
ria e dalla Minatome, si nota che dei 26 Km di galleria all’interno
dell’Ambin due terzi sono in area di giacimenti uraniferi. La carta
dell’Agip mineraria, che segnala i punti con anomalie spettrometri-
che, come quella del sito scavato di Venaus, indica ben 8 siti a ridos-
so della planimetria del tracciato nei 7 Km in territorio italiano.
L’emissione del gas radon, nella misura in cui è stata accertata per
le vicine gallerie dell’AEM, comporterebbe, per assicurare ai la-
voratori condizioni di esposizione alla radioattività che rientrino
negli attuali limiti di legge, un ricambio dell’aria dell’intero volume
del tunnel ogni ora: cioè di circa 8 milioni di m3 all’ora
L’interferenza con le acque
87. LA CATTURA DELLE SORGENTI lungo il versante sinistro
della valle è tanto più grave considerando le condizioni di natu-
rale aridità di quel versante della valle di Susa. La creazione dei
rilevati potrebbe alterare il deflusso delle piene dei torrenti in una
zona critica dal punto di vista idrogeologico come il fondovalle. La
creazione di gallerie artificiali nel tratto tra Settimo ed il Musinè
all’interno della falda porterebbe al suo innalzamento con l’allaga-
mento degli interrati in zone densamente abitate
88. I GRAVI DANNI ALLE SORGENTI ed agli acquedotti di Sal-
bertrand, Exilles e Giaglione, arrecati dai 14 km di gallerie scavate
dalla AEM, vanno commisurati al ridotto diametro della condotta
AEM, che è di 2 metri. Qui invece si tratterà di due gallerie paral-
lele di 9 metri di diametro, con uno sviluppo in lunghezza in bassa
valle di 12 Km + 21 Km (oltre al tunnel di base di quasi 54 Km).
Nelle notizie di stampa relative ai lavori dell’AEM si denunciò la
scoperta di un “lago” sotterraneo di 12-13 milioni di m , anche
se si trattava di lavori che hanno interessato solo superficialmente
il massiccio montuoso dell’Ambin. Questo, al Moncenisio, è for-
mato da rocce carsiche imbevute d’acqua che sono all’origine del
grande lago del valico.
L’emissione di rumore
89. NEGLI STUDI PER LA VIA la valutazione della emissione del
rumore è stata “ammorbidita” ignorando che il progetto prevede il
transito dei convogli di autostrada ferroviaria tre volte più lunghi
e tre volte più pesanti del più grossi treni merci attuali. È inam-
missibile che ai fini del disturbo non si sia tenuto conto di un tipo
di esercizio che viene considerato fondamentale per l’opera stessa.
Per di più in una valle in cui la situazione è peggiore che in pianu-
ra, per i riverberi e per la maggiore esposizione al rumore, che nel
caso dei treni è leggermente inclinata e tende quindi a diffondersi
maggiormente sui versanti.
90. IL LIVELLO DI DISTURBO ai lati di una linea TGV, anche
senza considerare l’aggravante dell’autostrada ferroviaria, è tale
che le Ferrovie Francesi sin dal 1993 garantiscono l’acquisto de-
gli immobili nella fascia di 150 metri per lato, una fascia che nel
TGV Mediterraneo è stata aumentata a 200 metri. Da parte ita-
liana per la stessa linea si resta invece a circa 60 metri, anche se si
tratta di una zona densamente abitata.