Da questo avvenimento è scaturita la Festa dei Gigli. Cenni storici danno per certo che già in questo casale, terminologia d'epoca, verso il 1788 si celebravano le feste.
E' opinabile che tra le feste non fosse annoverata quella dei gigli, perchè non si rinvengono, a tale proposito, elementi concreti di certezza a sostegno dell'assunto.
D'altra parte sembrerebbe un assurdo l'esistenza della Festa in quella data, in quanto non vi sono dubbi sulle origini della Sagra scaturite dal miracolo del 1875. I Gigli, pertanto, non possono essere stati costruiti che dopo tale data. Essi si identificavano col giglio floreale, simbolo della purezza, tanto caro a Sant'Antonio, ben visibile nella Sua mano sinistra.
Si tramanda che già artigiani locali si adoperavano, con rudimentali sistemi, nella costruzione di piccole strutture in legno, volendo, appunto, raffigurare in esse i Gigli in questione. Era la stessa fede che li animava per cui nella piccola struttura si trasferiva tutto l'attaccamento e la devozione per il Santo di Padova.
Si passò poi alla Festa vera e propria, quella folcloristica, con la messa in opera degli obelischi svettanti al cielo, altri 25 metri, con rivestimenti plastici artisticamente concepiti, raffiguranti episodi per lo più a sfondo religioso.
Riteniamo che intorno al 1884 si ebbero i primi Gigli.
Una volta costruiti, essi venivano lasciati fermi ai propri posti. Si decise in seguito di rimuoverli con questo sistema: gente, fisicamente dotata, li trascinava per un breve tratto spingendo dalla base che su cui sorgeva la struttura. La base era costruita da quattro cantoni che recavano all'estremità una protezione in ferro. Il ferro, nell'attrito con il suolo, emetteva scintille con danno della struttura. Perciò, alla bisogna, volenterosi con getti d'acqua, contenuta in appositi secchi, provvedevano a raffreddare il ferro infuocato.
Con l'evoluzione dei tempi la festa assunse ben altro tono e caratteristica: divenne, per così dire, più adatta alle esigenze del folclore ad opera dei cosiddetti "CAPIPARANZA", personaggi esperti e carismatici, sicchè i Gigli vennero portati sulle spalle da persone ben provviste di forza fisica, in giro per il paese al suon della musica ed al canto di canzoni occasionali che introducevano la "BALLATA" al comando univoco di "ALZATA" e "PUSATA".
Fu escogitato un meccanismo, in voga tuttora, dell'uso di barre grandi e piccole, le prime lunghe 7 metri inamovibili, fissate alla struttura con una tecnica perfetta a metà della base, le altre, lunghe 2 metri mobili, si infilavano alla struttura lateralmente, laddove occorrevano, per assicurare all'obelisco forza ed equilibro durante la " Ballata ".
Tale sistema andò vieppiù perfezionandosi ad opera di Massimino Montanile, al quale è attribuita la realizzazione del primo Giglio dei Contadini, nel 1893, all'età di 18 anni, essendo nato nel 1875.
L'entusiasmo che la manifestazione va suscitando è sempre più sentito, sempre più condiviso.
Essa, in quanto ad arte e folclore, va aggiornandosi con i tempi moderni senza peraltro perdere la sua originalità che è e rimane prettamente religiosa.
La " Sagra " ha raggiunto una certa autonomia dal punto di vista del rivestimento degli obelischi con bozzetti di noti artisti locali: I Porritiello, I Ruggiero, I De Falco, attingendo ancora, per l'indispensabile, ai pur bravi artisti nolani.
Per l'organizzazione del " Comitati " citiamo i Sessa e Di Pietrantonio che vanno per la maggiore per la originalità e competenza nella preparazione della scenografia artistica.
La festa rinasce e si rinnova per dar vita ogni anno, con impegno pari al fervore con cui viene vissuta, ad una gara affascinante e cavalleresca tra le varie Società in lizza, dopo un'attesa febbrile e spasmodica.
i nolani si sono sempre rifiutati di fare uno studio serio sulla loro festa. Ritengono di essere i più antichi ma non hanno mai fornito una data. Forse perché in fin dei conti la festa dei gigli di Nola nasce come una imitazione della più antica festa di Brusciano ed ai nolani brucia.