Autore Topic: Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)  (Letto 2362 volte)  Share 

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Offline Genny Fenny

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Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)
« il: 22 Giugno, 2011, 12:29:16 pm »


Da un romanzo di Noel Calef: dopo aver ucciso il principale su istigazione della di lui moglie, rimane bloccato in ascensore...

Malle firma l'esordio alla regia con uno dei migliori film francesi di sempre. Ascensore per il patibolo è un noir esistenzialista, che lascia intravedere la nouvelle vague che sarà.
Sceneggiatura impeccabile e tesa, retta su una Parigi melanconica e grigia. Inquadrature strette bressoniane, di grande intensità, claustrofobiche nei momenti di maggiore tensione.
Difficile reperire un giallo tanto ben scritto ed elegantemente raccontato. La telefonata iniziale, i soliloqui della Moreau, la scena in cui passeggia angosciata con la notte e Mile Davis di sfondo...
****1/2

Offline wendell

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Re:Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)
« Risposta #1 il: 03 Aprile, 2013, 15:04:39 pm »
Non sono d'accordo e mi fa piacere, ogni tanto ce vo'.
Non conosco Malle ma, sulla base di questo unico film, direi che è un autore dallo stile molto pulito (impressione che potrebbe essere condizionata dall'architettura degli anni '50). A parte questa constatazione, le considerazioni di "gusto" sono tutte abbastanza negative. Innanzitutto la direzione degli attori (in particolare la Moreau) mi ha deluso: occhi sempre strabuzzati, recitazione senza sfumature. La cosa peggiore è il monologo interiore, utilizzato in maniera letteraria anziché cinematografica (parole anziché immagini) e, soprattutto, secondo un'accezione desueta dell'espediente espressivo: pensieri articolati in maniera troppo razionale, al punto da sembrare - più che intrusioni dell'animo della Moreau - libere attribuzioni fatte dall'osservatore. Ne scaturisce un fastidioso effetto didascalico: primo piano sull'attrice, sguardo affranto e... "Amore mio, dove sei, ti troverò..." (e cose di questo tipo).
Gli do al massimo la sufficienza, perché l'intreccio è capace di generare suspance seppur non sia esattamente credibile.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline Genny Fenny

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Re:Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)
« Risposta #2 il: 03 Aprile, 2013, 19:34:25 pm »
Intendi desueto per l'epoca? Se sì mi trovi in disaccordo, perché fino ad almeno un decennio oltre il cinema è stato considerato generalmente una protesi della letteratura e del teatro di prosa. Credo sia stato liberato ai più proprio dal connazionale Godard, che ha mutato radicalmente solo nella cosiddetta terza fase il suo cinema di poesia in cinema di pura immagine.
Io non ho ricordi molto distinti, ma trovai molti più elementi futuribili che desueti, soprattutto nella vicenda dei giovani, che non è più il racconto di autodistruzione di Gioventù bruciata, per dirne uno dell'epoca.
Nun me tuccà la passeggiata della Moreau, che è una bellezza così vissuta e altera che poteva pensare fluidamente persino concetti composti come l'effetto magnus di Caressa.  :sad:

Offline wendell

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R: Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)
« Risposta #3 il: 03 Aprile, 2013, 21:31:08 pm »
Desueto perchè è un'idea di introspezione che in letteratura era già stata superata da almeno 40 anni.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline Genny Fenny

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R: Re:R: Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)
« Risposta #4 il: 03 Aprile, 2013, 22:03:35 pm »
Desueto perchè è un'idea di introspezione che in letteratura era già stata superata da almeno 40 anni.

Ma il cinema era ancora in forma embrionale quando già Virginia Woolf e Joyce varcavano le porte della letteratura moderna. Come fai a paragonare tout court i due linguaggi prendendo a riferimento solo il tempo?
Piuttosto citami un buon numero di registi che nei 50 facevano i film da dentro a fuori, che io me li corro a vedere.
In Italia ad esempio era pieno periodo neorealista. Vedi che differenza abissale tra il primo Antonioni (uno tra i più grandi maestri dell'introspezione) e quello di Deserto rosso e Blow up (credo seconda metà dei 60).

Offline wendell

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R: Ascensore per il patibolo (L. Malle, 1957)
« Risposta #5 il: 03 Aprile, 2013, 22:11:28 pm »
Ma io a questo dentro-fuori preferisco il solo fuori, con il dentro che affiora a livello epidermico mediante strumenti specificamente cinematografici: mimica, regia. La lista di gente che faceva questo è sterminata.
Malle qui fa didascalismo, soprattutto perchè quello che dice con la parola è assai banale. Niente che avrebbe richiesto uno sforzo avanguardistico.
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.