Non sono d'accordo e mi fa piacere, ogni tanto ce vo'.
Non conosco Malle ma, sulla base di questo unico film, direi che è un autore dallo stile molto pulito (impressione che potrebbe essere condizionata dall'architettura degli anni '50). A parte questa constatazione, le considerazioni di "gusto" sono tutte abbastanza negative. Innanzitutto la direzione degli attori (in particolare la Moreau) mi ha deluso: occhi sempre strabuzzati, recitazione senza sfumature. La cosa peggiore è il monologo interiore, utilizzato in maniera letteraria anziché cinematografica (parole anziché immagini) e, soprattutto, secondo un'accezione desueta dell'espediente espressivo: pensieri articolati in maniera troppo razionale, al punto da sembrare - più che intrusioni dell'animo della Moreau - libere attribuzioni fatte dall'osservatore. Ne scaturisce un fastidioso effetto didascalico: primo piano sull'attrice, sguardo affranto e... "Amore mio, dove sei, ti troverò..." (e cose di questo tipo).
Gli do al massimo la sufficienza, perché l'intreccio è capace di generare suspance seppur non sia esattamente credibile.