Se avete la possibilità, fate un giro su Panorama.it per dare un’occhiata alle carte dell’inchiesta della Procura di Cremona. Seimila pagine tra ordinanze e intercettazioni per avere una visione più dettagliata sul nuovo scandalo Calcioscommesse. Io l’ho fatto e vi metto sul chi va là: dovrete prendervi un bel po’ di tempo per trovare un po’ di succo.
Tra le intercettazioni, ad esempio, il materiale inutile deborda. Ci sono i personaggi che ormai conoscete (i vari Erodiani, Paoloni etc etc) che si esibiscono in dialoghi tipici dell’accanito scommettitore: parlano di calcio, ma anche di tennis e basket. E soprattutto perdono. Paoloni è messo malissimo, ha colloqui con le banche alla ricerca di finanziamenti e mutui, sua moglie per la disperazione è costretta prima a nascondere la carta del bancomat, poi a chiamare il padre per chiedere un aiuto economico. Il portiere è così malato che scommette su tutto, pure sull’over dei calci d’angolo.
Setacciando i verbali e togliendo i dialoghi inutili, le posizioni più delicate che emergono sono quelle di alcune società di B e Lega Pro. Sulla serie A solo supposizioni, millanterie. E sensazioni, come dice il PM Di Martino dopo l’interrogatorio al dentista Pirani. Allargando il fronte: le sue sensazioni sono che alcune partite di serie A siano state aggiustate per motivi di classifica, e NON PER SCOMMESSE, la materia originale della sua inchiesta.
Insomma che nel calcio ci sarebbero i famosi “biscotti”. Sai che rumour nuovo, è la cosa che tutti i tifosi pensano quando ci sono risultati di comodo soprattutto a fine stagione. Ma le prove, con la P maiuscola, sono quasi sempre state impossibili da portare. E anche stavolta non basteranno 7 ore di interrogatorio a un odontoiatra per inchiodare qualcuno.
A naso, da Cremona arriva tantissimo rumore, ma poco di riconducibile al calcio dei grandi se non esercitandosi in ardite supposizioni. Penso, che a differenza di quello che dice il nostro cittì Prandelli questo scandalo non sia figlio di un mondo dove girano troppi soldi, ma di un mondo dove, di denaro, ce n’è veramente poco. Se c’è. Paoloni insegna.
di Alberto Brandi