Bella orfana, decisa a farsi suora, è ospitata in casa di un ricco zio che, dopo aver cercato di usarle violenza, s'impicca. Erede del suo castello, si dedica a opere di carità cristiana, ma è derisa dai suoi beneficiati.Il film tratta della contaminazione dell'uomo puro provocata ad opera della società. Viridiana è prima agnello sacrificale, poi benefattrice, infine corrotta. Lavoro meno surrealista dei successivi, immediato e feroce nella critica antisociale. La prima metà austera cavalca Dreyer e Bergman. Lo sviluppo diventa poi dissacrante, ironico, blasfemo.
Memorabile la pisciata sulla preghiera (un raccoglimento montato a intervalli regolari con la routine della "utile" vita operaia), l'ultima cena di un manipolo di reietti (foto ricordo leonardiana con un cieco nelle vesti di Cristo e orgia sulle note di Hendel), e il finale, una sorta di simbolico rito iniziatico a segnare l'ingresso di Viridiana tra gli uomini.
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Vergognatevi per la decadenza di questa sezione.