Charles è uno studente preoccupato per la dissoluzione morale e la contaminazione ecologica del mondo. Per questo affonda sempre di più nella disperazione, nonostante l'amicizia col giornalista Michael, appassionato di ecologia, e nonostante l'amore di Alberte, una ragazza che abbandona la famiglia borghese per convivere con lui...Bresson accompagna il disfacimento dell'esistenza del protagonista con quello del film stesso. Si tratta di un'opera rinsecchita, arida, ridotta all'osso, non pensata per piacere.
Charles è pessimista esasperato, non un nichilista come potrebbe facilmente apparire. Raggiunge uno stato di coscienza superiore in virtù di una mente fuori dalla media, comprende l'ineluttabilità del destino e della regressione morale dell'uomo moderno. Da qui trae la conclusione che la soluzione manca alle masse e ai potenti, manca per l'uomo e per la natura stessa.
Gli affetti sono vacui passatempi, lo sguardo è perso e il polso sempre fermo, fino al tragico epilogo.
La sequenza finale riscatta il film, decisamente troppo scarno, con un piglio beffardo che prende da una sana pisciata sulle teorie psicanalitiche (

) e culmina con la morte violenta del protagonista.
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