Autore Topic: Sobborghi (Boris Barnet, 1933)  (Letto 2964 volte)  Share 

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Offline wendell

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Sobborghi (Boris Barnet, 1933)
« il: 15 Febbraio, 2011, 00:53:37 am »


La prima guerra mondiale e la rivoluzione del 1917 visti con l'ottica degli abitanti di una cittadina industriale della Russia zarista. Due fratelli, figli di un calzolaio, partono per il fronte: il politicizzato Nikolaj perché chiamato, Sen'ka come volontario.
Un film di corti circuiti. Ideologicamente tra rivoluzione e patriottismo (i proletari costretti a interrompere gli scioperi per imbraccare i fucili in difesa della nazione), formalmente tra dramma e commedia (producendo una sintesi grottesca che sarà l'elemento peculiare di molto cinema est europeo per decenni, arrivando fino a Kusturica), tra individualismo e Storia (la ribellione al fronte dei soldati non disposti a combattere). L'attenzione scivola di continuo dalla subalternità alla guerra, rispecchiando il disorientamento delle masse coinvolte. Ne è un esempio un prigioniero tedesco: una volta catturato, la società cancella il suo status di nemico e lo accoglie in quanto appartenente alla stessa classe (di professione è un calzolaio) salvo farne un capro espiatorio per le proprie perdite al fronte. Il montaggio analogico di ovvia derivazione avanguardistica (Barnet era allievo di Kulesov) fa il resto: gli spari dei fucili si alternano a quelli delle macchine di produzione per rendere la molteplicità dei mutamenti sociali in atto.

Voto: ****
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.