La vita di una famiglia di pescatori su una delle tre isole di Aran, al largo della costa occidentale d'Irlanda, alle prese con una natura ingrata (senza alberi) e un mare spesso tempestoso, il solo padrone odiosamato che questi uomini indipendenti riconoscono.E' il secondo capolavoro di Flaherty dopo Nanuk l'eschimese. L'approccio è sempre antropologico: il regista va a vivere per mesi con famiglie di pescatori del posto, sceglie la più appropriata, ne condivide lo stile di vita e impressiona su metri e metri di pellicola scene di vita quotidiana per poi scegliere i momenti più cinematografici. Dopo una prima parte introduttiva (dei personaggi e dell'arida costa irlandese) due blocchi spiccano per bellezza: la caccia allo squalo (virtuosismi di montaggio) e la tempesta finale, con immagini di rara poeticità e potenza.
Il mare è l'unica fonte di vita e la principale minaccia di morte. Il mockumentary (ci sono anche attori professionisti e la caccia allo squalo è una vecchia usanza ripristinata all'occorrenza) restituisce il delicato equilibrio sul quale si regge questo rapporto tra uomo e natura.
Voto: ****1/2