Cartellino rosso dagli Stati Uniti ai siti che trasmettono dirette sportive «pirata»
Il Dipartimento di Stato è intervenuto dopo che un tribunale spagnolo aveva giudicato il servizio legale. Bloccato con un'azione di cybersquat anche Rojadirecta
MILANO - Il popolare sito spagnolo Rojadirecta insieme ad altri nove siti che fornivano link per vedere in streaming eventi sportivi in diretta sono stati sequestrati dall'immigrazione Usa e dal dipartimento di sicurezza nell'ambito dell'intervento denominato «Operation in our sites». La chiusura ha fatto scalpore per tre motivi. A differenza di altre operazioni di oscuramento di un sito in questo caso Rojadirecta non è stato reso inaccessibile per gli utenti di un singolo stato, ma è stato espropriato ed occupato dal governo (che ora risulta il proprietario del dominio «rojadirecta.org» e «.com») che ha pubblicato un comunicato su cui campeggiano i loghi del governo Usa. Uno squat in piena regola.
In secondo luogo il provvedimento non è stato preso dalla giustizia spagnola, ma statunitense ed è avvenuto senza notifica alcuna ai gestori del sito. Infine Rojadirecta ha subìto in Spagna un processo durato complessivamente tre anni, al termine del quale è stato dichiarato legale, in quanto non pubblica alcun contenuto illegittimo, ma solo una lista di link. Tecnicamente la sospensione del sito è stata possibile perché gli indirizzi «rojadirecta.org» e «.com» sono ospitati da un provider americano, dal punto di vista del diritto invece le questione è molto più ingarbugliata. L'avvocato che ha difeso Rojadirecta nel lungo processo spagnolo, intervistato dalla webzine Bitelia, si è detto molto sorpreso e preoccupato della provvedimento statunitense. «È la prima volta che succede una cosa simile ed è un'ingerenza nei confronti della giustizia spagnola», ha dichiarato un associato dello studio di avvocati Almeida, che lamenta l'eccessiva e contagiosa vicinanza dell'organismo preposto all'attribuzione dei nomi di dominio, l'ICANN, di fatto sotto la giurisdizione Usa nonostante la funzione mondiale che svolge.
Preoccupazione cui si associa anche Vittorio Bertola, membro del board ICANN, che a Corriere.it ha dichiarato: «È da alcuni anni che i membri ICANN chiedono che l'influenza statunitense sia alleggerita e l'organismo si doti di standard internazionali al momento inesistenti». Il tempismo con cui è stato sequestrato il sito lascia intuire la motivazione principale dell'operazione, tra due giorni si giocherà infatti il SuperBowl, la finale del campionato di football americano (che quest'anno vedrà scontrarsi i GreenBay Packers e gli Steelers) che è l'evento sportivo più seguito al mondo. Chi detiene i costosissimi diritti per la diffusione delle immagini avrà fatto sentire la propria voce presso l'amministrazione Obama. Il sito, tra i settanta più visitati al mondo, resta comunque raggiungibile a due altri indirizzi, «.es» e «.me».
Gabriele De Palma