secondo me l'errore che fate voi qui è lo stesso che fate quando si parla di napoli, cioè confondere quantità e qualità negli investimenti, e ritenendo che i risultati si raggiungono con la prima piuttosto che con l'altra.
in italia secondo me c'è una competenza calcistica che in altri paesi si sognano, ed è una diretta conseguenza di fattori storico/culturali. in paesi come l'inghilterra, sempre per questioni storico/culturali che non sto qui a snocciolare, c'è una maggiore attitudine al managment di impresa
ed ecco riflettersi tutto sulla differenza di stato tra il calcio italiano e le altre maggiori scuole. ormai gli italiani sono i piu poveri, i piu sgangherati organizzativamente. penso che anche i francesi oramai a livello di ogranizzazione aziendale e corporativa ci danno qualche lezione. e quindi riusciamo a guadagnare di meno e investire di meno. ma grazie alla capacità e astuzia nel fare affari, grazie alla gestione tecnica delle squadre affidata ad allenatori preparati e sapienti, riusciamo a colmare il gap. questo è un discorso che faccio a livello internazionale, ma vale anche in un ottica "intranazionale": basti vedere l'udinese, una società che fattura cifre da serie B ma che riesce a costruire cicli con splendide squadre costruite con intelligenza e lungimiranza. lo stesso napoli si avvicina sempre piu alle big del campionato pur con risorse inferiori, un po come la fiorentina e la roma. in spagna ci sono 2 società che hanno potere di investimento virtualmente illimitato, le altre stanno a guardare. ma poi finisce che arriva il milan o l'inter di turno e in europa non vincono