
Famosissimo. E a maggior ragione dovrebbe indurre a considerare a mo' di ficusecche un mare di produzioni successive, tra cui stu benedetto Avatar.
E' una regia di quelle didascaliche e adatte al vasto pubblico. Non più coraggiosa negli anni 90 ma apprezzabile per il rapporto di eastwoodiana complicità che si crea con lo spettatore.
A parte tutte le considerazioni di natura storica che si possono fare sulla nota vicenda dello sterminio dei nativi americani, è interessante il modo in cui Costner (il tordo statunitese da film, ingenuo e buono alla maniera di Forrest Gump) assimila il suo percorso a quello di un religioso. Rinasce con i Sioux, e nel loro rapporto endemico con la natura nasce in una nuova forma, riesce a capire prima e combattere poi il degrado occidentale.
Purtroppo è fin troppo melenso e lo scontro presentato in maniera decisamente manichea. Però io a 14-15 anni me cunsulaje, sia con questo che con L'ultimo dei Mohicani.

La scena della caccia ai montoni.

Resterà l'unico lavoro notevole di Costner alla regia, in inesorabile declino anche nel ruolo di interprete.
***