Autore Topic: Samsara (Pan Nalin, 2001)  (Letto 2989 volte)  Share 

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bender89

Samsara (Pan Nalin, 2001)
« il: 09 Dicembre, 2010, 14:16:05 pm »


Dopo tre anni di meditazione praticata in assoluta solitudine in uno sperduto eremo, Tashi fa ritorno al monastero dove ha vissuto sin dall'età  di cinque anni. Nonostante una vita dedicata ai rigori dello sviluppo spirituale, Tashi si trova a provare un sorprendente e profondo risveglio sessuale. Visitando un villaggio Tashi incontra Pema, se ne innamora e la sposa. Con lei il giovane scopre una quotidianità  fatta di istinti, debolezze e passioni a cui non è preparato.

Rivisto a distanza di anni (questa volta finale compreso  :look:).
Il fulcro del percorso spirituale e carnale del protagonista è in questo interrogativo: E' meglio rincorrere mille desideri o raggiungerne uno solo?
Si illude di potersi liberare di ciò che desidera possedendolo. Alla fine raccoglie la perdita propria integrità  spirituale ma l'immenso amore dato e ricevuto dalle persone a lui care.
La sintesi, forse un po' forzata, che distingue il suo cammino da quello di Siddharta, sta nell'umiltà  e nella generosità  di dedicarsi alla moglie e al bambino; quindi nella forza della vita sociale contrapposta ai velleitarismi ascetici. 
Non a caso il film si chiude così: Come si può impedire ad una goccia di evaporare?Gettandola nell'oceano.
Esteticamente è un lavoro veramente gradevole. Ambientazioni stupende, musiche azzeccate, dialoghi rari ma efficaci. La realtà  monastica è affrontata con inusuale leggerezza, senza patetismi religiosi ed estetizzanti. I ritmi sono chiaramente blandi, come giusto che sia. Guardatevelo solo se state a genio.
***1/2

Offline Lovercraft

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Re:Samsara (Pan Nalin, 2001)
« Risposta #1 il: 09 Dicembre, 2010, 15:16:28 pm »
Visto e piaciucchiato.
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