Un 'colpo di stato' contro l'avanzamento del cammino europeo della Serbia. E' questa la lettura che si sta consolidando in Serbia, ma non solo, circa l'ondata di violenza che sta colpendo il Paese e ha causato ieri gli scontri di Genova ad opera dei tifosi della nazionale serba. Un evento che segue di soli due giorni le scene da guerriglia urbana di cui è stata teatro domenica scorsa Belgrado, a causa delle proteste contro lo svolgimento del gay pride.
Impossibile non collegare i due episodi e non notarne il 'timing' perfetto, a poche settimane dal quel 25 ottobre in cui Bruxelles potrebbe dare luce verde al conferimento dello status di Paese candidato Ue alla Serbia. Insomma, non sarebbe in questo momento l'indipendenza del Kosovo il nemico dichiarato dell'estrema destra serba, legata alla tifoseria ultrà organizzata. Ma Bruxelles. Così, entrambi gli episodi di questa settimana "rappresentano un chiaro messaggio contro il percorso europeo della Serbia" secondo il sottosegretario alla Giustizia del governo serbo, Slobodan Homen, intervistato all'indomani dei fatti di Genova dall'emittente locale B92. Che non ha esitato a parlare di "colpo di stato".
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