
Giovane ebreo tormentato, Danny Balint, diventa naziskin con la complicità di un attivista di estrema destra e della sua ambigua compagna, della cui figlia è innamorato. Ma l'unico ebreo che riuscirà realmente a uccidere sarà se stesso.
Disegnando una figura complessa e contraddittoria, il regista affronta con piglio provocatorio i temi della frustrazione e del silenzio di un Dio così amato da non risultare mai all'altezza delle aspettative. Ma per quanto controverso, il film fallisce sul piano dello stile: piatto, con chiose didascaliche (i flashback, le crude fantasticherie in bianco e nero) che gridano vendetta e uno stereotipato cast di contorno inadeguato al protagonista.
Voto: **1/2SpoilerPrendi le più grandi menti ebree: Marx, Freud, Einstein. Che cosa ci hanno dato? Il comunismo, la sessualità infantile e la bomba atomica.