Piu' che tangenti, il punto e' che le riviste campano sulle pubblicita': quante volte alla fine della recensione del titolo X c'e' l'adv dello stesso titolo? E' il limite strutturale di un settore che si e' sviluppato come guida all'acquisto piuttosto che come critica ragionata.
La cosa pero' nel settore videoludico nel nostro paese e' piu' complessa, perche' molti di quelli che scrivono sulle riviste (anche cartacee) non percepiscono stipendio, spesso nemmeno un minimo rimborso per articolo scritto. Solita storia, eh: ragazzi appena usciti dall'uni che magari sognano di lavorare nel settore videoludico e accettano mansioni anche non retribuite, sperando di far carriera e sostanzialmente non facendola mai. Io ne ho conosciuto ragazzi cosi'. Quanto fossero manipolabili non lo so, tutti mi sembravano in ogni caso mossi da sincerissima (e vedi tu!) passione; ma avevano certamente una posizione molto debole, nei confronti dei loro capi.