IGA, Premier e Serie A rischiano il dissesto nel giro di pochi anni. Lo sostiene uno studio realizzato dall'agenzia finanziaria A.T. Kearney, secondo il quale la maggior parte dei campionati europei non sono più sostenibili in termini economici. Anche se il calcio europeo continua a dominare la scena internazionale: nei campionati del Vecchio continente - per citare un dato significativo - giocano ad esempio 547 dei 736 calciatori che hanno partecipato al Mondiale sudafricano.
L'unico campionato redditizio è la Bundeslia, seguita dalla Premier inglese, dalla Ligue 1 francese e della liga spagnola. In fondo al gruppo è la nostra Serie A. Questo perché le società tedesche hanno saputo trarre profitto dagli investimenti realizzati per il Mondiale 2006, in primo luogo per la ristrutturazione degli stadi. Ma non solo: in Germania le società investono circa 100 milioni di euro in accademie per la formazione 'in casa' dei giovani talenti, riducendo così le future spese salariali e per gli ingaggi.
Lo studio ha tenuto conto dei dati delle vendite dei biglietti e dei diritti tv e dei beni, e i risultati sono negativi per tutti e tre i campionati, tanto che nel giro di due anni Liga, Premier e Serie A potrebbero arrivare sull'orlo del fallimento, tenendo conto che il campionato inglese vanta un indice di redditività del -5%, quello spagnolo del -7% e il nostro addirittura del -12%, a fronte di un +4% in media di altri tipi di imprese. Solo nell'ultima stagione questi tre campionati hanno raggiunto un bilancio negativo per i trasferimenti dei giocatori di 566 milioni di euro (257 soltanto la Liga spagnola). Negli ultimi tre anni la Premier ha investito in giocatori per un valore di 1000 milioni di euro, la Liga per 600 milioni: molti i club che rischiano di sparire nel medio periodo. (14 luglio 2010)