Quando imparerete a distinguere, a non mettere sullo stesso piano ciò che ha fatto da calciatore e da uomo non sarà mai troppo tardi. Io Maradona me lo voglio ricordare come Caravaggio per le sue opere, come Celine per il suo Viaggio al termine della notte, come un artista, per quello che gli è riuscito meglio come espressione d'arte calcistica. Come uomo no, lo ribadisco, non vale la pena dargli questa importanza, pendere dalle sue labbra a ogni strunzata che esce dalla sua bocca. Questa "fase" sono felice di averla superata. Restare sul piano del reale è buona cosa e il mito di sé lo costruì non sulle cazzate che ha fatto in vita sua, ma su ciò che fece in campo. Adesso resta solo un uomo e probabilmente se qualcuno all'epoca lo avesse fatto tornare sulla Terra e mi riferisco ai suoi compagni e amici, avrebbe allietato tutti con altri anni di grande calcio, ci avrebbe fatto vincere ancora, sarebbe stato un uomo migliore.
Quello attuale è solo un essere umano, un comune mortale fatto di acqua e carne come tutti, che si serve di quel mito per farsi i cazzi suoi.