Nemico pubblico
Michael Mann ritrae, con un pizzico di nostalgia, una delle figure archetipiche del gangster movie. Lo sguardo è freddo, la costruzione del mito affidata ad un crudo realismo. L'esaltazione di quello che è stato, volente o nolente, un antesignano dell'anticapitalismo è affidata al racconto fedele della sua stessa storia, spogliata della facile retorica romanzesca che spesso abbonda nel cinema criminale contemporaneo. Il rischio della perdita di pathos è ampiamente scongiurato da una struttura narrativa intensa e da una messa in scena (dalla regia alle interpretazioni) estremamente dinamica.
Qualche passaggio poco brillante nell'introduzione di Purvis e Frechette. Dall'assedio a Dillinger nel bosco in poi le scene memorabili si susseguono.
Voto: ****
Concordo, tranne che nell'entusiasmo.
Questo film, oltre che formalmente crudo e asciutto (un pregio), è asettico a livello contenutistico. I personaggi sono caratterizzati male, l'antagonismo pure (sarebbe stato interessante). E' un film che schifa volutamente i lirismi del genere, è diventato l'unico modo per proporre soggetti tanto usurati. Le interpretazioni ne risentono, sembrano limitanti. Lo consiglio, è un bel vedere, ma si dimentica nel giro di una settimana.
ps Alcune sequenze sono fantascientifiche, si potevano pure sparagnà .
Tre stellette.