Serse Cosmi si sfoga e commenta il suo esonero dalla panchina del Palermo, arrivato dopo il pesante ko incassato nel derby contro il Catania. In un'intervista pubblicata oggi da "La Gazzetta dello Sport", l'ex tecnico dei rosanero spiega che ha deciso di parlare per "trasformare i sussurri in
grida. Per rispetto del Palermo e della gente e' giusto sapere la verita'. E io non ho paura di dirla. Arrivo nel ritiro della Borghesiana e trovo una squadra scioccata dalla partita precedente. E una cosa curiosa: gruppetti divisi per nazionalita'. I giocatori mi hanno confermato la situazione".
Il Palermo, con Cosmi in panchina, ha sconfitto il Milan. "Stavo impostando una
cura, mai lavorato cosi' bene e con tanto entusiasmo come a Palermo. Poi sono partiti in undici per la nazionali. Al ritorno tutto sembrava come alla Borghesiana. I giocatori hanno risentito della spaccatura tra il presidente e i tifosi legati a Rossi. Io ho fatto il capro espiatorio. Dopo pochi minuti della prima con la Lazio la colpa era gia' tutta mia".
L'ex tecnico dell'Udinese torna al match contro il Catania. "Ho visto qualcuno dei miei giocatori sputare l'anima? Se intende che qualcuno abbia giocato contro dico di no. Io credo che i giocatori siano arrivati svuotati dalla situazione. Una situazione sommersa. Nessuno puo' confutare la mia verita'. Domenica mattina alle 10 il presidente Zamparini mi chiede la formazione. Gli dico che sta fuori Pastore e gioca Miccoli. Si arrabbia, per l'esclusione del 'flaco' e anche piu' per la presenza di Fabrizio Miccoli. Abbiamo una discussione molto violenta". Perche' fuori Pastore? Era stato 12 giorni con la nazionale - spiega Cosmi nell'intervista - gia' non era in grande condizione. In allenamento l'ho visto giu'. L'ho fatto per tutelarlo. Sembrava sereno, convinto. Rinunciare a Pastore per capriccio sarebbe stato un suicidio. Non l'avrei mai fatto. E' un diamante puro, gli manca l'ultimo salto, farsi amare dai compagni. Per ora lo ama il presidente".
Tornando al match contro il Catania, Cosmi spiega: "Dopo la lite con Zamparini, io confermo la formazione provata in allenamento. Prima della partita Miccoli viene e parlarmi: 'Mister, pensi a se stesso. Mi lasci fuori. So tutto'. Aveva saputo da giocatori che avevano parlato con il presidente. Fabrizio e' un amico, nessuno ci mettera' contro. Mi parla con gli occhi lucidi, sconvolto. Come posso mandarlo in campo? Era gia' nella lista dell'addetto all'arbitro. Cambio, metto Hernandez. La squadra sa tutto. Come puo' entrare in campo serena?".
"Deluso dal silenzio dei colleghi? Non mi ha chiamato nessuno. Il nostro e' un
mondo di ipocriti, ci mettono uno contro l'altro e non ci stiamo. Il ruolo dell'allenatore deve recuperare dignita'. Zamparini ci ha messo sul piatto un'occasione d'oro. Nessuno ha fiatato: normale che un presidente voglia fare la formazione? L'Assoallenatori latita".