IL COMMENTO
di Sergio Rizzo
E’ UMILIANTE PERDERE COSI’
Che vincesse la Francia era probabile, se non certo. QuinÂdi era automatico che l’Italia perÂdesse, e una sconfitta annunciaÂta non avrebbe fatto troppo male. Ma uscire subito dalla lotta, e scoprire che la Turchia s’è l’è gioÂcata alla pari con la Francia, perdendo alla fine d’un soffio, dà l’esatta misura della sconfitta, che da annunciata diventa umiÂliante. Terzi su tre è proprio brutÂto, specie se si arriva così dopo un precedente bruciante, quello che vide l’Italia battuta da PoloÂnia- Ucraina (!) per gli Europei del 2012.
Questa figuraccia ha molti paÂdri, ma è soprattutto uno schiafÂfone all’attuale Federcalcio. Che, da Calciopoli in poi, non è riusciÂta evidentemente a recuperare il terreno perduto. Le vittorie - ai Mondiali o in Champions - valgoÂno meno della brutta immagine che il calcio italiano dà di sè, soÂprattutto all’estero. Paghiamo ancora la scelta di aver puntato su Johansson piuttosto che PlatiÂni ai tempi dell’elezione del preÂsidente europeo. E gli anni, da alÂlora, sono passati invano: politiÂcamente la nostra Federazione resta debole. Nè ha avuto grandi aiuti dal parlamento (con la legÂge sugli stadi che passa da un rinvio all’altro), cui evidentemenÂte ispira poca fiducia ( a battersi per Francia e Turchia c’erano i rispettivi Capi dello Stato).
La violenza, gli stadi vetusti, le polemiche, una classe politica che è in prima fila quando c’è da fare il tifo e scompare quando c’è da lavoare: il calcio italiano paÂga tutto. Cominciasse a non penÂsare più a improbabili candidaÂture, e a ricostruirsi un’immagine decente. Gli stadi nuovi servono anche senza Europei, così come serve un calcio con meno veleni. Proviamo a partire da questo.
corriere dello sport del 29 maggio